La Diocesi di Treviso ha un nuovo venerabile: si tratta di Padre Bernardo Sartori, sacerdote professo dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, nato il 20 maggio 1897 a Falzè di Trevignano (Italia) e morto il 3 aprile 1983 a Ombaci (Uganda). Papa Francesco ha autorizzato oggi la pubblicazione del decreto riguardante le sue virtù eroiche nell’udienza concessa al Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Lo si apprende dalla nota della Sala Stampa della Santa Sede.
Il vescovo della diocesi di San Liberale, monsignor Michele Tomasi, ha accolto con gioia la notizia, augurandosi che si possa “conoscere meglio questa bella figura di missionario appassionato, che ha dedicato tutta la sua vita al popolo ugandese e alla diffusione del Vangelo. Un religioso che è sempre rimasto legato alla sua comunità, alla diocesi e al Seminario di Treviso dove si era formato fino ai primi anni della Teologia”.
Grande gioia a Falzè di Trevignano, che gli diede i natali il 20 maggio 1897: alle 13 le campane hanno suonato a festa per 10 minuti. “E’ una notizia che riempie di gioia – esclama don Silvio Caterino, parroco di Falzè -, anche perché arriva un po’ inaspettata. Il processo sembrava fermo da un po’. Arriva, poi, in un momento in cui si guarda avanti a fatica e questa bella notizia infonde una carica e un entusiasmo davvero straordinari“.
Battezzato il 23 ottobre 1897, Bernardo fu cresimato il 5 ottobre 1906 da mons. Andrea Giacinto Longhin (1904-1936). Dalla mamma ricevette una profonda pietà eucaristica e mariana. Nel 1908 entrò nel seminario diocesano di Treviso e, nonostante difficoltà di ordine economico e un anno trascorso a casa per l’opposizione del padre, l’8 dicembre 1914 fu ammesso alla vestizione clericale. Lo scoppio della prima Guerra mondiale lo vide con altri seminaristi sul fronte del Piave. Infatti l’11 marzo 1917 fu chiamato alle armi. Assegnato al 113° reggimento di Fanteria, 7ª compagnia, zona di guerra, alcuni mesi dopo fu trasferito alla 5ª Compagnia di Sanità dell’ospedale militare principale di Padova. Fu durante questo tempo di grandi sofferenze che avvertì la vocazione missionaria. Il 26 agosto 1919 fu congedato definitivamente e lo stesso anno rientrò in Seminario dove frequentò regolarmente i primi due anni di Teologia.
In terza Teologia (1921-1922) però, risulta solo iscritto perché di fatto il 20 dicembre 1921 entrò nel noviziato missionario comboniano di Venegono Superiore (Varese). Del tempo trascorso nel seminario diocesano porterà una traccia indelebile, specialmente per l’impronta missionaria della formazione, che lo segnerà profondamente. Il 21 gennaio 1922, dopo aver lasciato il seminario con la benedizione del suo vescovo, Sartori vestì l’abito religioso a Venegono Superiore e il 21 gennaio 1923 emise i primi voti.
Il 31 marzo 1923 viene ordinato sacerdote dal beato mons. Giacinto Longhin, vescovo di Treviso. Dal 1923 al 1927 è animatore propagandista a Venegono, Padova, Verona e Brescia. Nel 1927 si trasferisce a Troia (Foggia) come fondatore e superiore del seminario missionario. Era passato per quasi tutte le città e i paesi delle Puglie, destando ovunque entusiasmo con la sua predicazione. Il 30 maggio 1933 la chiesa di Troia viene consacrata da mons. Giovanni Antonio Farina con il titolo di S. Maria Mediatrice di tutte le Grazie. Alla Madonna, mediatrice di tutte le grazie, padre Bernardo affida tutta la sua opera, che produrrà frutti straordinari lungo il suo ministero.
Padre Bernardo partì per l’Uganda il 5 novembre 1934 con destinazione Arua. Qui vivrà quasi 50 anni di infaticabile e zelante ministero, condividendo la vita e le sofferenze del popolo: la seconda Guerra mondiale con la fine del colonialismo e le tensioni per l’indipendenza; le sofferenze di tutti con la dittatura militare di Idi Amin Dada; negli ultimi anni la terribile esperienza della guerra civile con la caduta della dittatura, la “liberazione” dei tanzaniani e la successiva situazione d’insicurezza e di lotte intestine. Padre Sartori fu partecipe fino alla fine delle vicende del suo popolo, vivendo da “profugo tra i profughi” quando nel 1979 seguì la sua gente in Zaire. Innumerevoli le opere di bene da lui compiute, in particolare nella missione dove edificò diverse chiese dedicate alla Madonna e contribuì allo sviluppo sociale della popolazione. Fino alla fine rimase un punto di riferimento per tutti, una certezza per la popolazione sconvolta dagli avvenimenti e per i confratelli, tutti affascinati dalla sua fede e dal suo amore a Maria.
Padre Bernardo passò alla vita eterna mentre adorava Cristo risorto, davanti al tabernacolo, il mattino di Pasqua del 1983. La Chiesa di Treviso ha l’onore e la gioia di annoverare da oggi, tra i suoi santi e testimoni, padre Sartori, vivo richiamo alla missione di coraggioso annuncio del Vangelo anche ai nostri giorni.
(Foto: Diocesi di Treviso)
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