Due anni di grandi mostre al Museo Bailo: Canova lascia il posto ad Arturo Martini, aspettando Giovanni Boldini nel 2024

Da Antonio Canova al Novecento di Arturo Martini, quattro nuove sale dedicate ad artisti trevigiani di fama nazionale quali Lino Selvatico, Nino Springolo, Giovanni Barbisan e Alberto Martini, la grande mostra “Giovanni Boldini – Il bello delle donne” (marzo –  luglio 2024) e altri omaggi artistici che valorizzano i maestri veneti presenti nelle collezioni dei Musei Civici in un’alternanza tra scultura e pittura. Un totale di 10 eventi espositivi inseriti in una programmazione biennale, dilatata oltre il mandato della prima giunta Conte.

Il Grande Bailo di Borgo Cavour diventa sempre più grande, grazie ad un calendario continuo di offerte culturali spalmate tutto l’anno, e non più mostre “spot”. La programmazione biennale è stata illustrata dal sindaco Mario Conte, dall’assessore alla cultura Lavinia Colonna Preti e da Fabrizio Malachini, dirigente dei Musei Civici, partendo dal lusinghiero successo riscosso da “Antonio Canova gloria trevigiana”, la grande mostra del 2022 che lascerà il posto, dal 31 marzo al 30 luglio 2023, alla retrospettiva “Arturo Martini. I capolavori”, a cura di Malachini e Nico Stringa. La certezza è che sarà molto attrattiva, come già l’evento canoviano: “Abbiamo dati ancora parziali, ma sono stati oltre 60 mila i visitatori registrati quest’anno al Bailo, contro gli 11 mila da cui partivamo nel 2017”, ha precisato Colonna Preti, “Nel 2022 solo i biglietti per Canova hanno fruttato 144 mila euro, già consumati tutti per diverse mostre”.

“Canova sta al Settecento come Martini sta al Novecento” sottolinea Malachini, annunciando che a Treviso (città dove lo scultore nacque nel 1889) saranno esposti bronzi, marmi, terrecotte e gessi che sono esemplari unici. Opere dalle dimensioni monumentali, alcune mai viste a Treviso, “che pesano tonnellate e sembrano leggere come una piuma”, soleva dire il maestro della “Venere dei porti”, l’iconica statua già nel patrimonio del Bailo. Completeranno il percorso le grafiche, le maioliche e la pittura, per comporre la più grande retrospettiva su Arturo Martini, dopo quella che la città gli dedicò subito dopo la scomparsa (avvenuta a Milano nel 1947) e l’esposizione curata da Bepi Mazzotti e Carlo Scarpa nel 1967. Per entrare nella modernità dell’opera martiniana, tra le più alte del Novecento europeo, dal 17 dicembre al 5 marzo verrà allestita la prima retrospettiva su colui che gli fu maestro dal 1905 al 1907: “Antonio Carlini 1859 – 1945. Tra Canova e Arturo Martini”, che porta alla ribalta un valente scultore trevigiano molto prolifico, celebre soprattutto per il suo pionieristico impegno nella tutela del patrimonio artistico (a lui si deve la tutela della Loggia dei Cavalieri).  

Il Grande Bailo, in seguito, ospiterà anche gli omaggi a due pittori molto significativi, le cui opere sono conservate nei Musei Civici: il raffinato ritrattista Lino Selvatico (1872 – 1924), veneziano di origine ma trevigiano di adozione, nel centenario della morte; Juti Ravenna, morto a Treviso il 29 aprile 1972, la cui pittura si ispira al cosiddetto post impressionismo veneto. Il 2024 sarà, soprattutto, l’anno di Giovanni Boldini, di cui sono celeberrimi i ritratti che rappresentano il bel mondo parigino ed europeo di inizio secolo.

Oltre alle esposizioni “mobili”, l’istituzione museale si arricchisce di quattro nuove sale riservate ad altrettanti maestri della pittura veneta del XX secolo, di cui c’erano già testimonianze nelle collezioni del Bailo: Lino Selvatico, Nino Springolo, Giovanni Barbisan e Alberto Martini. Lo spazio dedicato all’altro Martini, l’artista opitergino dalla straordinaria capacità tecnica e visionaria, “vate” del simbolismo, è stato allestito grazie alla collaborazione del Comune di Oderzo e della Fondazione Oderzo Cultura. Una sala che accoglie il grande autoritratto e anticipa i temi delle celebrazioni del 2024, anno del centenario della morte di Alberto Martini.

Attorno al vasto progetto espositivo, il Comune di Treviso ha riunito una squadra di “fedeli” partner, sempre molti vicini alla cultura: Camera di commercio di Treviso – Belluno Dolomiti, Generali Valore Cultura, Arper e Consorzio Prosecco Doc. “E’ anche tempo di tirare le somme di quanto fatto in ambito culturale. Lo dico in questo luogo, che è stato forse il cantiere più impegnativo del nostro mandato. Il Bailo tra il primo e il secondo stralcio ha richiesto un investimento da 8,5 milioni di euro. Adesso manca solo una piccolissima parte, stiamo cercando le risorse per completare l’area esterna”, ha rimarcato il sindaco Conte, “Questo insieme a Casa Robegan, Santa Caterina e a tutti gli altri interventi che abbiamo fatto sui luoghi di cultura, sta a significare che la nostra amministrazione crede fermamente nel fatto che la ripartenza deve avvenire attraverso il bello e la cultura”.

(Foto: Comune di Treviso).
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