“Monumentali sono quegli alberi di alto pregio naturalistico e storico e di interesse paesaggistico e culturale che “isolati o facenti parte di formazioni boschive naturali o artificiali, per età o dimensioni, possono essere considerati come rari esempi di maestosità o longevità” o che “hanno un preciso riferimento a eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico o culturale o a tradizioni locali”.
Con questa definizione la Regione Veneto ha deciso di tutelare, tramite una legge entrata in vigore nel 2002, le sue essenze più belle e antiche, veri e propri monumenti viventi della natura.
La lista completa è disponibile online a questo sito, promosso da Veneto Agricoltura, l’agenzia regionale per l’innovazione nel settore primario.
In totale, attualmente, si tratta di 92 alberi sparsi in tutta la Regione, dieci solo nell’Alta Marca trevigiana, nei Comuni di Cison di Valmarino, Conegliano, Farra di Soligo, Miane, Tarzo, Valdobbiadene e Vittorio Veneto.
La lista, tuttavia, non è definitiva, e per tutti i cittadini è possibile proporre al Comune in cui si trova la candidatura di un albero considerato meritevole, che poi verrà valutato dagli esperti di Veneto Agricoltura.
Ecco tutti gli alberi monumentali dell’Alta Marca, divisi per Comune.
Cison di Valmarino: Cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica) – Un monumento nel monumento questo straordinario esemplare di cedro dell’Atlante che si trova all’interno del complesso di Castelbrando. Specie originaria del nord America, ha un’età stimata in 160 anni. Elevatissimi il valore paesaggistico e storico culturale di questo cedro, inserito in un contesto unico, ricco di storia, cultura e leggende.
Conegliano: Cipresso (Cupressus sempervirens) – Si tratta di un albero sempreverde originario della regione mediterranea, ben presto importato principalmente per la sua forma snella e colonnare, che ne ha permesso un largo utilizzo a scopo ornamentale e come barriera frangivento. Non a caso questo individuo viene chiamato localmente sentinella di parco Rocca. Indisturbato, fa da guardia al parco Rocca e agli ambienti limitrofi, osservandone i cambiamenti e le vicissitudini. Età stimata 200 anni.
Conegliano: Cipresso (Cupressus sempervirens) – È di grande valore storico l’intero filare di via dei Colli, che ha un’età stimata di 500 anni, tanto che questi esemplari erano usati come punti di triangolazione topografica già nelle mappe napoleoniche. Detti comunemente i sette pini, da cui il nome della località, sono collocati su una terrazza panoramica di rara bellezza, punto di ammirazione privilegiato di tutto l’ambiente circostante, di elevatissimo valore paesaggistico.
Farra di Soligo: Carpino (Carpinus betulus) – Maestoso esemplare di carpino bianco, specie autoctona tra le più diffuse nelle colline trevigiane, generalmente non raggiunge dimensioni considerevoli. Questo individuo si trova in via Vinai e merita la monumentalità in quanto particolarmente longevo (circa 200 anni) e dalla morfologia spettacolare, soprattutto in riferimento alla chioma, molto ben espansa.
Miane: Faggio (Fagus sylvatica) – Magnifico esemplare di faggio selvatico, specie autoctona molto diffusa in questi ambienti. Il faggio non è un albero molto rustico, predilige zone ad elevata umidità, ben drenati e areati. Inoltre gradisce ambianti soleggiati o a mezz’ombra. Lo sviluppo di questo esemplare in località Colliè è stato favorito dalle condizioni pedo-climatiche, in particolare per quanto riguarda la chioma che, protesa verso sud, ha sviluppato una morfologia unica, perfettamente espansa nella sua conformazione irregolare. Età stimata: 300 anni.
Tarzo: Cipresso (Cupressus sempervirens) – Di tutto rispetto l’età di questo cipresso che, con i suoi 400 anni di vita, probabilmente è stato piantato quando fu costruita la seicentesca villa Grimani-Mondini che lo ospita. Ciò nonostante, si presenta in ottima salute e continua a scrutare indisturbato vicende, cambiamenti e mutazioni delle colline circostanti.
Valdobbiadene: Faggio (Fagus sylvatica) – Tra el fagher (il faggio) e la casera (tipico edificio un tempo utilizzato per la produzione del latte) esiste un legame indissolubile e la loro associazione ne fa un elemento caratteristico delle Prealpi trevigiane, entro il quale si assapora la storia e la ruralità di questi straordinari luoghi. Questo esemplare, dell’età di circa 270 anni, come quello situato poco più in là, in località Fontana, ne è la testimonianza.
Valdobbiadene: Faggio (Fagus sylvatica) – Splendido esemplare di faggio, di circa 300 anni, ben inserito nel contesto rurale circostante. Il faggio è presente in modo massiccio nelle Prealpi trevigiane, dove trova condizioni pedo – climatiche favorevoli al suo sviluppo. Predilige infatti zone ad elevata umidità ambientale, ben areate e drenate. Preferisce inoltre zone soleggiate o a mezz’ombra e climi con escursioni termiche non troppo forti. Spettacolare in autunno, quando il colore delle foglie vira in un particolare arancione – rosso.
Vittorio Veneto: Pino domestico (Pinus pinea) – Interessantissimo esemplare di pino domestico che in realtà trova il suo habitat ideale in ambiente mediterraneo. Ciò nonostante questo soggetto si è saputo adattare molto bene all’habitat prealpino, raggiungendo dimensioni davvero ragguardevoli. Ha sopportato, senza particolari stress, anche l’abbassamento del piano di campagna per la realizzazione degli impianti sportivi; per questo oggi si ritrova posizionato sopra alla collinetta di terra. L’età stimata è di circa 150 anni.
(Fonte, foto e descrizioni: www.alberimonumentali.turismoruraleveneto.it).