Essere sindaci al tempo del Coronavirus: reazioni, consigli, messaggi social e altoparlanti, per stare vicini ai cittadini

Insieme alle autorità sanitarie e civili nazionali e regionali, sono i sindaci dei Comuni italiani ad essere in prima linea per affrontare l’emergenza Coronavirus.

Fin dall’inizio della diffusione delle notizie sui primi casi di contagio da Covid-19 in Provincia di Treviso, i primi cittadini della Marca hanno avuto reazioni differenti nel rapportarsi quotidianamente con un’opinione pubblica che voleva essere informata costantemente.

C’è chi ha mantenuto un profilo basso, come il caso del sindaco di San Fior, Bepi Maset, che si è esposto poco fino ad oggi, quando ha pubblicato nel sito del Comune una lettera a cuore aperto ai suoi cittadini.

La maggior parte dei sindaci, invece, si è limitata a pubblicare nel sito ufficiale del proprio Comune le informazioni che giungevano dalle autorità sanitarie, dalla Regione Veneto e dallo Stato, questo per non creare troppi allarmismi e fornendo esclusivamente dati ufficiali.

Non sono mancati anche gli interventi social, come quello del sindaco di Conegliano, Fabio Chies, che ha annunciato tramite il suo profilo Facebook personale il primo caso di positività al Coronavirus in città, scatenando opinioni diverse da parte di chi ha apprezzato la trasparenza dell’autorità amministrativa e di chi avrebbe preferito delle comunicazioni ufficiali.

Sono circolate bozze di decreti prima che fossero pubblicati, le chat dei sindaci hanno continuato a ricevere messaggi, diventando in più di un’occasione “bollenti”, e non sono mancati ammonimenti con linguaggi “poco istituzionali” che provenivano da primi cittadini o amministratori esacerbati.

Tra questi il sindaco di Santa Lucia di Piave, Riccardo Szumski, che ha scritto nella pagina Facebook del suo Comune, riferendosi al caso di alcuni ragazzi che non rispettavano le prescrizioni in merito alle distanze di sicurezza, di genitori che si sarebbero “bevuti il cervello”.

Inizialmente, la prassi portata avanti da diversi sindaci è stata quella di affermare che si trattasse di un virus in grado di provocare una normale influenza ma, dopo il repentino peggioramento della situazione, si è passati a timidi inviti a restare a casa trasformati poi in incessanti appelli alla prudenza e alla responsabilità per la salute di tutti, lanciati anche con altoparlanti posizionati su veicoli che si spostano per le vie del paese, come successo a Susegana, con la voce del sindaco Vincenza Scarpa che invita i cittadini a restare a casa.

Alcuni hanno pubblicato messaggi video, come il sindaco di Treviso, Mario Conte, e di Trevignano, Ruggero Feltrin, cercando di comunicare con i loro concittadini in modo snello e informale, cercando di mostrare la propria vicinanza a tutte le persone che ora si trovano in difficoltà.

Sono state differenti, quindi, le modalità con le quali i sindaci della Marca hanno informato i cittadini e hanno fatto delle raccomandazioni, chiedendo la collaborazione di tutti per evitare che la situazione peggiori, nella speranza di uscire quanto prima da questa fase così delicata.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: comune di Susegana).
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