Federmoda della provincia di Treviso ha concluso, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, un sondaggio sull’andamento del primo mese di saldi estivi, chiedendo agli imprenditori associati un confronto tra quanto avvenuto nelle scorse settimane, lo stesso periodo nel pre pandemia (2019) e post pandemia (estate 2020 con contagi in netto calo).
L’obiettivo del monitoraggio è stato raccogliere i dati utili a proseguire quel percorso di valore sindacale e politico che mira a fare della valorizzazione dei saldi stessi e della loro definitiva regolamentazione un punto fermo.
Il campione ha coinvolto i soci Federmoda del settore, operanti in sede fissa ed anche, in parte, attraverso e-commerce. Quanto ai risultati, se rispetto al primo mese di saldi estivi dell’anno scorso (eccezionalmente iniziati ad agosto per la particolare situazione dell’estate scorsa) la situazione per quanto generalmente negativa è diversificata: in flessione per quasi il 47% del campione, in aumento per il 31,3%.
Rispetto al 2019 (quindi nel confronto con lo stesso mese) la crisi del settore si palesa in tutta la sua evidenza: circa il 72% degli imprenditori dichiara una flessione delle vendite tra il -5 ed il -20% e solamente il 15,6% un contenuto miglioramento, tra il +5 ed il + 10%.
“Da questa semplice rilevazione – spiega il presidente di Federmoda Treviso, Guido Pomini – appaiono chiare alcune evidenze. La prima: il settore moda-fashion è ancora totalmente immerso nella crisi pandemica, segno che i consumi sono effettivamente cambiati e che c’è minore disponibilità di spesa nei consumatori. La seconda: l’anticipo dei saldi a luglio, concertato quest’anno con la speranza che “aiutasse le imprese”, non ha risolto il problema come dimostra il confronto con l’anno precedente. Casomai ha ridotto i margini annui complessivi”.
“La terza: stiamo sostanzialmente vivendo la terza stagione consecutiva con segni meno, è quindi a rischio la sopravvivenza di una grossa fetta di imprese, con conseguenti ricadute occupazionali – conclude Pomini -. I dati provinciali sono eloquenti e non credo che si discostino molto dalle rilevazioni nazionali: servono politiche di sostegno e di prospettiva che concretizzino aiuti diversi rispetto a quelli che abbiamo ricevuto fino ad ora”.
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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