Flavescenza dorata della vite, “in Veneto a rischio l’intero comparto viticolo e del vino”

Salvatore Feletti e Tommaso Razzolini

“Quella della flavescenza dorata della vite è un’emergenza sempre più critica che mette seriamente a rischio l’intero comparto viticolo e del vino Veneto, con una pesante ricaduta sul piano economico e sul tessuto sociale, e con danni stimati superiori ai 200 milioni di euro. Una calamità che va arginata senza compromessi e con il massimo impegno congiunto tra agricoltori, consorzi di tutela e istituzioni”.

Così il consigliere regionale veneto Tommaso Razzolini del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni, intervenendo sul tema da membro della Terza Commissione consiliare permanente in tema di politiche agricole e da rappresentante trevigiano di Valdobbiadene dell’area storica di produzione del Conegliano Valdobbiadene Docg.

“Le polemiche di queste ultime settimane, alimentate dalla demagogia sterile di alcuni esponenti dell’opposizione del Consiglio regionale, non fanno altro che soffiare sul fuoco della tensione sociale creando fazioni tra favorevoli o contrari all’una o all’altra sostanza, ma senza suggerire alcuna proposta costruttiva per risolvere i problemi. Merita invece un plauso l’impegno dell’assessore Caner nell’assecondare le istanze del comparto vitivinicolo affinché in questa situazione di estrema criticità si possano utilizzare in deroga, nella difesa fitosanitaria, sostanze e principi attivi che rispettino i requisiti dettati su base scientifica dalle competenti autorità sanitarie preposte”.

“Il Veneto oggi è un’area delimitata in eradicazione dalla flavescenza dorata costituita da una grande zona infestata e da una limitrofa zona cuscinetto: le misure per la lotta obbligatoria contro questa infezione prevedono 2 trattamenti insetticidi per il biologico e 3 per il convenzionale, obbligando gli agricoltori all’adozione delle linee tecniche di difesa integrata della Regione Veneto attraverso protocolli e vademecum viticoli delle specifiche aree di produzione”.

“Chiaro è quindi che agli agricoltori vanno forniti gli strumenti migliori e più efficaci per affrontare questa sfida. E in questo senso l’eventuale utilizzo del Clorpirifos, qualora dovesse essere autorizzato dell’autorità ministeriale che ne definirà l’utilizzo specifico, non deve essere mistificato per fare campagna elettorale o per ragioni commerciali”.

“La sostenibilità non è soltanto quella ambientale, ma si traduce anche in quella economica e sociale. Se in pianura il Consorzio Prosecco Doc, da quanto appreso dalle dichiarazioni del presidente Zanette, non vorrà utilizzare certe sostanze, continuando ad eradicare e a reimpiantare ettari di vigneti, è libero di farlo. Ma così non può essere sulle ‘rive’ delle colline della storica area di produzione del Conegliano Valdobbiadene Docg, dove le lavorazioni sono esclusivamente manuali e dove i trattamenti obbligatori devono necessariamente essere efficaci e sicuri. Se perderemo le ‘rive’ storiche di collina, a farne le spese sarà l’intero sistema Prosecco”.

“La Flavescenza dorata è una piaga che sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza del settore vitivinicolo del Nord Italia – dichiara Salvatore Feletti, presidente di CIA Agricoltori Italiani Treviso -. L’autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute martedì, grazie al lavoro proattivo della componente politica regionale nella figura dell’assessore Caner, deve essere letta come un’opportunità, da approfondire attraverso un’analisi tecnica e scientifica, per contrastare questa emergenza.

Come CIA Agricoltori Italiani Treviso crediamo che per contrastare questa emergenza serva un lavoro coordinato e condiviso tra tutte le componenti: Regione, Associazioni, Consorzi e tecnici. La soluzione deve essere trovata attraverso l’utilizzo di tutte le pratiche agronomiche, estirpo delle piante malate in primis, ed eventuali strumenti di trattamento emergenziale, quale il Clorporifos, che dovranno essere puntualmente valutate su specifiche situazioni e siti.

L’autorizzazione rilasciata dal Ministero infatti rimanda al Servizio fitosanitario regionale competente che potrà prescrivere, con specifico atto, l’utilizzo mirato del Chlorpyrifos methyl e le modalità di trattamento. Si tratta di una deroga temporanea e legata a rigide e mirate autorizzazioni e dovrà comunque essere integrato con i protocolli e certificazioni di sostenibilità che le aziende agricole già applicano, quali SQNPI, VITA o Equalitas. Il nostro invito è quello di leggere questa deroga come un’occasione per lavorare di sistema perché dobbiamo trovare il modo di contrastare il più possibile questa emergenza che rischia di avere ricadute gravissime, se non affrontato tempestivamente e con l’impegno, e il buon senso, di tutti”.

(Foto: Cia Treviso – Tommaso Razzolini).
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