Valmir Gashi, durante il colloquio con il suo legale avvocato Mauro Serpico, si è dichiarato estraneo all’omicidio di Ragip Kolgeci (nella foto in un momento felice insieme a una delle sue figlie). Secondo quanto riferito dal suo legale, il 32enne, accusato assieme allo zio cinquantenne di omicidio per il violento pestaggio avvenuto nella sera di mercoledì in una piazzetta di via IV novembre, è “sconvolto e sorpreso dall’arresto”.
“Da quanto mi ha detto ieri nel nostro primo colloquio – spiega Serpico – quando il mio cliente è arrivato nel luogo della rissa aveva già individuato la salma a terra”.
Gashi cerca dunque di “tirarsi fuori” dall’accusa di omicidio affermando di “non aver partecipato alla rissa”, ma soprattutto di “non aver aiutato quello che sarà identificato come l’esecutore materiale dell’omicidio” nella tragica rissa avvenuta martedì sera in una piazzetta di via IV Novembre scaturita a quanto pare da un debito contratto da Afrim Manxhuka (l’altra persona accusata di omicidio) nei confronti del figlio della vittima.
“Il mio assistito – continua l’avvocato – è rimasto comunque ferito quella sera. Da quello che mi ha raccontato, nel momento del suo arrivo ha notato un cugino a terra con il cranio fracassato e si è fermato ad aiutarlo. È stato in quel momento che ha ricevuto una bastonata in testa”.
Quanto raccontato da Gashi al suo avvocato appare in netto contrasto con alcuni indizi raccolti dagli investigatori che, a poche ore dalla rissa, hanno rintracciato e arrestato Gashi vicino alla sua abitazione.
Nei prossimi giorni, forse già domani ma più probabilmente lunedì, i due accusati compariranno davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia.
Gashi era già noto alle Forze dell’ordine in quanto coinvolto nell’inchiesta per omicidio stradale dove perse la vita il 76enne Luciano Paro. Era l’8 maggio 2021 quando Paro venne travolto da una Golf Bianca in via Podgora: in quel frangente l’auto non si era fermata.
Gashi, assieme al padre e a un altro familiare, era stato accusato di omicidio stradale, ma recentemente la Procura ha cambiato il capo d’imputazione in favoreggiamento nei confronti di altri tre parenti che sarebbero stati a bordo dell’auto.
(Foto: Instagram).
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