“Oggi sono 94, ma non li sento” tuona Giancarlo Gentilini fuori dall’osteria “Due Mori” dove questa mattina ha brindato alle sue 94 primavere circondato da molti amici, cittadini e volti noti della Lega trevigiana. “Ad un certo punto bisogna riconoscere i limiti dell’anzianità, ma io sono ancora pieno di carica vitale, quella che mi ha trasmesso il popolo durante la mia carica di sindaco”.
In carica a Treviso dal ’94 al 2003 e poi per due volte vicesindaco, nel febbraio scorso l’ex primo cittadino ha annunciato il ritiro definitivo dalla politica.
Amatissimo dai Trevigiani, “che ancora mi fermano per strada chiedendomi di tornare” racconta, Gentilini si è guadagnato negli anni l’appellativo di “sceriffo” per le sue posizioni estreme in nome dell’ordine e della disciplina. Nel 1997, per citarne una, si sollevò una polemica a livello nazionale in seguito alla sua ordinanza di rimozione delle panchine di fronte alla stazione ferroviaria per evitare che vi sostassero gli stranieri.
Anche oggi, come accaduto spesso in altre occasioni pubbliche, “Genty” ha sfoggiato con un certo orgoglio la stella appuntata sulla giacca. “Me l’ha consegnata lo Stato della North Carolina nel 2000: sono l’unico italiano che può fregiarsi del distintivo di sceriffo d’Italia”.
E in un certo senso Gentilini, “sceriffo” della sua città lo è ancora. “Sono sempre vicino ai Trevigiani, li ascolto e mi faccio portavoce delle loro istanze. L’amore per il mio popolo e per la mia città sono tutto per me” racconta fra un brindisi e l’altro. Alla festa di compleanno ai “Due Mori” non è mancato il sindaco Mario Conte, considerato il successore di Gentilini, colui che ne ha colto l’eredità politica.
“Mario Conte è il mio continuatore, è lui adesso a portare avanti i miei ideali: ‘Dio, patria e famiglia’ e rispetto assoluto delle leggi. Mario ha fatto e fa molto ogni giorno per tenere alto il nome della città di Treviso”.
Sul sentimento comune di una progressiva svolta a sinistra dell’attuale primo cittadino (pensiamo al tema dell’accoglienza diffusa dei migranti e alla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali) Gentilini smorza gli animi.
“Conte non diventerà mai di sinistra – afferma perentorio lo “sceriffo”, pur riconoscendo che anche per la Lega i tempi sono cambiati – . Ma non dimentichiamo che un buon amministratore sta al passo con i tempi, e che ad un certo punto è necessario evolversi. Ciò che conta è non vendersi per fare carriera: certi travasi non li tollero”.
(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
#Qdpnews.it