Giornata mondiale senza tabacco, il Veneto è la regione con meno fumatori

cartello ospedale fumo

“I nostri ragazzi fumano meno che in passato: il 3% dei ragazzi fuma solo sigarette di tabacco, il 6% solo la sigaretta elettronica, mentre la maggioranza fuma prodotti di vario tipo”. Lo rende noto la Regione Veneto in occasione della Giornata mondiale senza tabacco che si celebra oggi venerdì 31 maggio. Complessivamente in Veneto si accendono la sigaretta circa 2 persone su 10 di età compresa tra 18 e 69 anni, percentuale da anni tra le più basse in Italia.

Proteggere i bambini dalle interferenze dell’industria del tabacco. Questo lo slogan lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per celebrare la giornata mondiale e fare riflettere su quanto sia pesante la manipolazione da parte delle multinazionali del tabacco nella vita dei nostri ragazzi.

“La Regione del Veneto da molti anni è impegnata nella promozione di persone e ambienti liberi dal fumo, contrastando il fenomeno del tabagismo a più livelli: dalla prevenzione dell’iniziazione al fumo nelle nuove generazioni alla protezione dal fumo passivo, fino al sostegno ai fumatori per raggiungere una vita libera dal fumo. Ne è prova il fatto che il Veneto è una delle Regioni italiane con il numero minore di fumatori” sottolinea l’assessore alla Sanità e Politiche Sociali della Regione Veneto Manuela Lanzarin.

Nello specifico la Direzione Prevenzione, Sicurezza alimentare, Veterinaria, attraverso i Piani Regionali della Prevenzione, negli ultimi vent’anni ha sviluppato diversi interventi di prevenzione e promozione della salute al fine di raggiungere, in collaborazione con le ULSS, l’obiettivo previsto: seguire l’individuo dall’epoca del concepimento, accompagnandolo verso un invecchiamento attivo.

Un po’ di dati sui fumatori in Veneto

Quanto è diffusa l’abitudine al fumo negli adolescenti? La quota di ragazzi che riporta di fumare quotidianamente è in diminuzione rispetto alle rilevazioni precedenti e aumenta con l’età: da meno dell’1% nei 13enni, al 7% nei 15enni fino all’8% nei 17enni.

Le ragazze 15enni fumano molto di più rispetto ai loro coetanei maschi (il 31% contro il 17%). Sono sempre le ragazze a fare il primo tiro o svapo sia per il fumo di sigaretta (femmine 34% vs. 22% maschi) sia per la sigaretta elettronica (41% vs. 37%) e per i prodotti al tabacco riscaldato (35% vs. 22%). Il 3% dei ragazzi fuma solo sigarette di tabacco, il 6% solo la sigaretta elettronica, mentre la maggioranza fuma prodotti di vario tipo.

Quanto è diffusa l’abitudine al fumo negli adulti 18-69 anni? Fumano circa 2 persone su 10 di età compresa tra 18 e 69 anni. Nel 2023 si è confermata la progressiva riduzione di questa cattiva abitudine nel tempo: la quota di fumatori è passata dal 25% nel 2008 al 20% nel 2023.

Quali sono le caratteristiche dei fumatori? Gli uomini fumano più delle donne (24% vs. 17%). I giovani di 18-24 anni sono la fascia d’età che fuma di più (27%), all’aumentare dell’età la quota di fumatori diminuisce progressivamente. Fumano di più le persone con un livello di istruzione medio-basso e che riferiscono difficoltà economiche (33%). Non si rilevano differenze significative nell’abitudine al fumo tra cittadini italiani e stranieri.

Quanto sono attenti gli operatori sanitari nell’indagare l’abitudine al fumo? Circa 4 persone su 10 riferiscono che un operatore sanitario abbia chiesto loro se fumano o meno; questa quota sale a più di 6 su 10 tra i fumatori. Poco meno della metà dei fumatori riferisce di aver ricevuto il consiglio di smettere da un operatore sanitario.

Tentativi fatti per smettere di fumare: tra i fumatori quasi 8 su 10 riportano un tentativo fallito di smettere, più di 1 su 10 sta tentando di smettere attualmente e meno di 1 su 10 riferisce un tentativo riuscito.

Abitudine al fumo in gravidanza e bambini esposti: solo il 3,5% delle donne incinte ha dichiarato di aver fumato in gravidanza, quasi la metà rispetto alla media nazionale (6,4%). Le neo-mamme tendono però a riprendere dopo il parto e circa 3 bambini su 10 sotto i 24 mesi di vita sono esposti al fumo passivo, anche se tale valore è tra i più bassi in Italia (4 su 10).

La situazione nel territorio dell’Ulss 2 Marca trevigiana

In provincia di Treviso, fermandosi alle sigarette tradizionali, secondo i dati dell’Ulss 2 Marca trevigiana il 29% delle ragazze e il 24% dei ragazzi tra 14 e 18 anni ha fumato nell’ultimo mese, ma, aggiungendo i prodotti elettronici, questa percentuale arriva rispettivamente al 37% e al 31%.

Circa il 20% fuma tutti i giorni (sigarette tradizionali e non), percentuale che sale dal 7% a 14 anni al 27% a 18, senza particolari differenze tra maschi e femmine (dati 2024 indagine Oss. Dipendenze su 3600 studenti delle scuole superiori della provincia di Treviso a cura del Servizio epidemiologia Ulss 2 con la collaborazione di SERD e Ufficio Scolastico Provinciale).

Anche tra gli adulti del territorio Ulss 2 la percentuale di fumatori ormai da parecchi anni si attesta attorno al 23% (30% tra gli uomini, 17% tra le donne): circa 144.000 fumatori che ogni giorno bruciano più di 1.300.000 sigarette (dati sorveglianza PASSI 2023).

I danni sulla salute provocati dal fumo sono noti: nella nostra provincia il fumo è responsabile di quasi il 15% delle morti premature, prima degli 80 anni. Si attestano circa 415 decessi all’anno, dei quali circa metà per tumore al polmone, in gran parte tra gli uomini (350 vs 65 donne).

Smettere di fumare, infine, fa bene non solo alla salute di chi smette e di chi respira passivamente il fumo ma anche all’ambiente: si contribuisce a fermare la deforestazione, non si producono rifiuti inquinanti come i mozziconi di sigaretta, non si emettono sostanze inquinanti nell’aria e si evitano i loro depositi sulle superfici, si riduce la produzione di imballaggi da smaltire; anche i device delle sigarette elettroniche e dei prodotti del tabacco riscaldato contengono materiali dannosi all’ambiente e non biodegradabili: cartucce e contenitori di liquido per ricarica non sono riciclabili.

(Foto: archivio Qdpnews.it)
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