I Carabinieri sgominano la “banda dell’abbraccio” che spaventò la Marca: tra i derubati anche un 91enne. Magro: “Colpiti i nonni dei nostri paesi”

Importante operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Treviso, che con il coordinamento della Procura della Repubblica del capoluogo hanno arrestato quattro cittadini di origine romena, due uomini e due donne, mentre per altre due donne che ricoprivano un “ruolo di assistenza agli operativi” e che al momento risultano irreperibili è stata disposta la misura del divieto di dimora in Veneto.

In base a un’ordinanza cautelare emessa il 3 gennaio scorso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Treviso, ai sei sono imputati i reati di furto aggravato, rapina aggravata e lesioni personali volontarie aggravate in concorso. Per arrivare alla banda, che aveva la sede operativa in un B&B di Mestre dal quale i componenti partivano la mattina e tornavano la sera, i Carabinieri trevigiani hanno collaborato con i comandi di altre province.

Al termine dell’operazione, i destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere sono Lidia Gheorghe, classe 1992, rintracciata dai militari dell’Arma di Treviso in provincia di Viterbo, il compagno Samuel Gheorghe, anch’esso classe 1992 a cui il provvedimento è stato notificato nel carcere di Lanciano ove si trovava ristretto; Leonard Stoian, classe 1993, e la compagna Bianca Dumitru, nata nel 1998, individuati in provincia di Bologna.

La banda, che secondo gli inquirenti aveva svariati alias e presentava vincoli di parentela, era specializzata in aggressioni ad anziani con la cosiddetta “tecnica dell’abbraccio” e ha spaziato nel periodo tra giugno e agosto in tutta la provincia: ad essa sono attribuiti 11 furti e due rapine (in questo caso avevano usato la violenza o minacciato di morte gli anziani).

La banda non ha risparmiato neanche la Marca Trevigiana: il 1 giugno ne avrebbero compiuto uno a Castelfranco Veneto, il 9 a Montebelluna, il 17 a Volpago del Montello, il 28 a Conegliano e il 5 luglio a Nervesa della Battaglia.

Colpiti anche i Comuni di Istrana, Paese, Mogliano Veneto, Altivole, Silea, Roncade e Oderzo. La scelta delle vittime non era casuale: la banda prediligeva persone anziane (l’età delle vittime va dai 60 ai 91 anni), selezionate per l’appetibilità della refurtiva e la vulnerabilità, che venivano avvicinati nei pressi di supermercati, mercati di paese, chiese, cimiteri e abitazioni.

Le vittime, abbracciate e cinte al collo con vari pretesti (tra cui parentela, richiesta di aiuto o di lavoro) da una donna della banda, venivano spogliate dei loro preziosi in pochi secondi. Solitamente la banda si muoveva a terzetti, e gli altri due complici nel momento del raggiro giravano in macchina per il paese in attesa dell’arrivo del complice.

“Questo tipo di furto – ha spiegato il comandante Provinciale dell’Arma Colonnello Gianfilippo Magro – era molto subdolo, perché si approfittava di persone anziane che potrebbero essere i nonni o gli zii di tutti noi”.

Il bottino dei 13 furti, composto principalmente da monili e orologi del valore di svariate migliaia di euro, oltre a un valore affettivo spesso elevato, non è stato trovato. Si pensa che la refurtiva possa essere stata venduta nel mercato nero.

“Benché si tratti di fatti che possano sembrare non particolarmente gravi o di grande allarme sociale, tuttavia, proprio per la tipologia delle vittime e per la tecnica subdola utilizzata, si tratta di fatti che, a nostro avviso, sono gravi soprattutto perché ripetuti in tempi molto ravvicinati” ha aggiunto il Procuratore facente funzioni Massimo De Bortoli.

La Marca non è nuova a questo tipo di furti: l’anno scorso i militari dell’Arma avevano arrestato un’altra banda che colpiva nel medesimo modo. Durante una rapina avvenuta ad Arcade una donna aveva spintonato un 84enne che dopo svariati mesi d’ospedale morì a causa delle lesioni (qui l’articolo).

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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