I dati dell’Ulss 2 sui virus invernali: 120.067 vaccinati contro l’influenza, 66 i ricoveri ospedalieri. “Cerbero” la variante Covid più diffusa: è al 90%

L’influenza australiana ha già messo a letto due milioni e mezzo di italiani, ma il picco di 250 mila casi al giorno si prevede per le feste di Natale a livello nazionale. I ricoveri negli ospedali dell’Ulss 2 dovuti all’influenza sono attualmente 66. La campagna vaccinale, condotta in gran parte dai medici di medicina generale, fino ad oggi ha garantito la copertura del 45,4% dei trevigiani over 65, la generazione più a rischio, una percentuale più alta rispetto al dato regionale.

Un altro fronte aperto è quello del Covid-19, che in provincia di Treviso fa sentire ancora tutti i suoi effetti, tra varianti e sottovarianti, anche se per ora i ricoveri non gravano sulle attività ospedaliere e sulla programmazione delle sale operatorie, impegnate a recuperare gli interventi chirurgici pregressi. “L’unico rimedio per affrontare questi virus sono i vaccini” è il messaggio che Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2, e Stefano Formentini, direttore sanitario, fanno arrivare alla popolazione tracciando l’attuale situazione epidemiologica, alla luce dei dati più aggiornati sulla diffusione delle due patologie e delle rispettive campagne vaccinali.

Influenza “australiana”: nel territorio dell’Ulss 2, alla data del 6 dicembre, risultano vaccinate 120.067 persone, il 13,7% della popolazione. Queste le percentuali di copertura della popolazione trevigiana (su base Istat 2022) suddivisa per fasce d’età: 6-23 mesi 1,4 % (125 vaccinati); 2-4 anni 2,3% (464); 5-17 anni 0,9% (1000); 18-44 anni 1,9% (4942); 45-59 anni 4,7% (10.238); 60-64 anni 18,7 % (11.256); 65-74 anni 37,4% (36.800); 75-84 anni 51,8% (37.752); 85 anni e oltre 55,9% (17.490). “Stiamo già esaurendo le scorte delle dosi di vaccino, perché rispetto agli altri anni siamo partiti molto prima del mese di novembre”, spiega il dg Benazzi, “abbiamo richiesto un ulteriore 20% di vaccini, che dovrebbero esserci consegnati a giorni. Puntiamo ad arrivare al 65% della popolazione alla fine della campagna vaccinale, il 75% è l’obiettivo indicato a livello nazionale. Il 92,2% degli anziani ospiti delle Rsa ha ricevuto il vaccino contro l’influenza. Dobbiamo ancora avviare la campagna all’interno delle unità operative ospedaliere, fino ad oggi solo il 17% dei dipendenti dell’Ulss 2 è vaccinato. Dopo il 15 dicembre sarà avviata la campagna di somministrazione ai dipendenti dei Comuni, personale della Mom, Forze dell’ordine e altre categorie lavorative”.

Un gran lavoro è stato fatto dai medici di base, che hanno effettuato l’86% delle vaccinazioni agli assistiti sopra i 60 anni, oltre ad avere assicurato l’80% delle somministrazioni ai soggetti sotto i 60 anni con patologie a rischio. Fino al 6 dicembre i medici generici hanno vaccinato 95.523 trevigiani, contro le 13.941 dosi inoculate dai centri vaccinali territoriali dell’Ulss 2, le 5.266 dosi delle Rsa, le 2.383 somministrate dalle farmacie, i 1.493 vaccini degli ospedali e i 501 dei pediatri di libera scelta.

Le autorità sanitarie sottolineano la temibile “pesantezza” dei sintomi provocati dal “virus Darwin” (febbre, brividi, dolori ossei e muscolari, mal di testa, mal di gola, tosse, con durata tra i 3 e i 5 giorni), influenza che fino al 6 dicembre ha richiesto 66 ricoveri negli ospedali dell’azienda sanitaria della Marca.

Il primo riscontro sulla diffusione della patologia è l’assalto al Pronto soccorso: quello dell’ospedale regionale Ca’ Foncello di Treviso nella sola giornata di martedì 6 dicembre ha registrato 305 accessi di persone affette da sintomi influenzali. Su queste sono stati eseguiti 88 tamponi per sospetti casi di Covid-19 e solo 19 (21%) sono risultati positivi, mentre al resto dei pazienti sono state diagnosticate altre virosi delle vie respiratorie.

Covid-19. Nel territorio dell’Ulss 2 l’attuale tasso di incidenza è di 597 casi ogni 100 mila abitanti. Un andamento stabile, ha detto Benazzi, con una media settimanale di 749 positivi al giorno. L’incidenza è più alta nella fascia degli over 80: 863 su 100 mila abitanti. La forma più diffusa, il 90%, è la variante BA5 Omicron 5, ovvero la sottovariante chiamata “Cerbero” che presenta il più alto tasso di infettività. “Però è la forma meno grave, quella che non porta al ricovero in ospedale”, ha rimarcato il direttore generale, “Va detto che nel nostro territorio la “Cerbero” è la variante più presente rispetto alla media regionale. Tra i contagiati ricoverati in pneumologia, terapia intensiva e nel reparto di malattie infettive, non c’è nessun colpito dalla variante “Cerbero”. Invece, dobbiamo rilevare il ritorno dell’Omicron 2, il 10% dei contagiati. L’ipotesi è che, purtroppo, questa percentuale sia destinata a crescere”.

In tutti gli ospedali dell’Ulss 2 sono ricoverati in isolamento 106 pazienti con sintomi dovuti al Covid-19, mentre altri 100 degenti sono positivi al contagio, ma sono stati ricoverati a causa di altre patologie e registrati come “Covid occasionali”. Ventisei sono stati accolti all’ospedale di Vittorio Veneto, 76 sono i malati presenti nei vari reparti del Ca’ Foncello. “Questi ricoveri non stanno avendo un impatto sulle normali attività ospedaliere”, ha confermato il direttore sanitario Formentini, “Stiamo perciò gestendo senza problemi la programmazione delle sale operatorie, che stanno smaltendo gli interventi non eseguiti a causa della pandemia, così come stiamo recuperando le liste delle attività specialistiche”. Comunque, dovessero servire altri posti letto per i malati di coronavirus, la direzione dell’Ulss 2 ha trovato la piena disponibilità dell’ospedale San Camillo ad accogliere una ventina di pazienti. Intanto prosegue il tam tam della comunicazione per convincere i trevigiani a sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid: “Ieri sono state somministrate 704 dosi, di cui 700 riferite alla quarta dose. La copertura degli over 80, i soggetti più a rischio, nella nostra Ulss pochi giorni fa era al 36% ma ultimamente, dopo le rinnovate campagne informative anche sulla stampa, è arrivata al 43,5%. Il che vuol dire che sta aumentando la consapevolezza nelle persone”, ha commentato Francesco Benazzi, “Sono 117 mila gli over ’60 che devono ancora ricevere la quarta dose. Speriamo di giungere presto alla copertura di questa fascia della popolazione”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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