I feudi nel Trevigiano tra la fine del Medioevo e il Settecento

Nel Medioevo, l’area geografica compresa approssimativamente tra il fiume Piave e il Livenza fu contrassegnata da amministrazioni feudali storiche, tra cui una delle più famose fu quella dei Collalto. Essa, che vantava avi longobardi, si insediò nella località che porta il suo nome vicino a Susegana; la loro nobiltà, passata intatta dopo la calata di Carlo Magno, fu altresì convalidata dal Re Berengario II, che il 25 ottobre 958 concesse (o probabilmente confermò) a Rambaldo I con un Diploma la giurisdizione di Lovadina e i paesi soggetti ad essa. La loro fama, oltre a portare un ampliamento dei benefici, li portò ad essere con Rambaldo VIII nobili veneziani fin dal 1306. È da segnalare che nel XVIII secolo Venezia, pur avendo avuto diversi attriti con la famiglia, acconsentì alla richiesta dei fratelli Collalto di ereditare il feudo escludendo un loro fratello nonostante non fosse illegittimo. La caduta della Serenissima, non pregiudicò la loro ricchezza dei Collalto, dacché nel 1822 furono nominati Principi dell’Impero Asburgico.

Attualmente ubicata nel Bellunese ma in passato facente parte del Trevigiano, ci fu la Contea di Cesana, dipendente religiosamente dalla Diocesi di Ceneda. Nel 1173, tre anni dopo che Guglielmino Tempesta era stato designato possessore del feudo, la Contea fu spartita a tre fratelli da Zumelle da cui discesero i dal Colle, Vergerio e i de Mozzi. Il decadimento nel XVII secolo delle più antiche nobiltà portò i tre suddetti ceppi alla vendita dei titoli ad altre famiglie, ragion per cui negli anni novanta del ‘700 erano una quarantina i lignaggi che si potevano fregiare del titolo di conti di Cesana: di questi, ben sette si erano aggiunti fra il 1790 e il 1795.

Quella dei Brandolini fu la prima infeudazione di Venezia ad un lignaggio non del luogo, bensì ad una stirpe il cui capostipite era un capitano di ventura, Brandolino IV Brandolini (1365-1456). A lui ed al Gattamelata fu concessa nel 1436 la signoria di Valmareno, ma nel 1439 questi lasciò il Brandolini quale unico proprietario. Questa politica della Serenissima di donare benefici feudali si collocò tra gli anni trenta del XV secolo e la Pace di Lodi (1454). Dimoranti a Castelbrando, nel novembre 1686 i Brandolini vennero inseriti tra i patrizi veneti, ma come già era accaduto coi Collalto, la loro sudditanza veneziana si fece sentire molto faticosamente quando si trattava di questioni legate alla giustizia o alla politica, tematiche in cui la città lagunare pretendeva la facoltà di decidere, come dimostra il fatto che nel 1723 il Senato dovette ribadirlo.

Fra gli altri uomini d’armi che usufruirono delle donazioni veneziane, ci fu nel 1451 Guido I Rangoni (…-1467), a cui fu data Cordignano nel 1453. La sua famiglia continuò a detenere la proprietà per più di 3 secoli tramite discendenza, fin quando nel 1762 morì Ludovico IV Rangoni senza eredi. Furono dunque gli storici Mocenigo, già l’anno dopo, ad acquisire il territorio di Cordignano pagando all’incirca 10.000 ducati.

(Autore e foto: Davide De Cia).
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