“Vengo da una famiglia umile, oggi sono a capo di un’azienda di 200 dipendenti e ho voluto scendere in campo perché sono stanco di lamentarmi che le cose non funzionano”. Si presenta così Giorgio De Nardi, il candidato sindaco del centrosinistra che gode del sostegno di un’ampia coalizione rappresentata da sei liste, tre civiche e tre di partito (Pd, Europa Verde e Volt). L’azienda che ha fondato si chiama Aton Spa, società benefit nel settore informatico e digitale. Papà di quattro bambine, si definisce un “instancabile viaggiatore e sportivo” ed è laureato in Scienze Motorie e in Comunicazione d’impresa.
Giorgio De Nardi è alla sua prima esperienza politica e motiva così la scelta candidarsi a sindaco di Treviso: “In questi 5 anni Treviso ha perso posizioni, centralità, competitività, qualità della vita. Pensare che ‘tanto tutto sarà sempre così’ e ‘il Comune non può farci più di tanto’, è il modo migliore per scegliere di non cambiare mai niente e di non portare la nostra città al livello che merita e che ha tutte le potenzialità per raggiungere. Treviso è bellissima e non merita di rassegnarsi e accontentarsi. Vogliamo essere protagonisti per le nostre bellezze, per l’ingegno dei nostri cittadini, per la determinazione con la quale sappiamo affrontare tanto le piccole quanto le grandi sfide. Ma c’è bisogno di una direzione, di una guida”.
Sono un civico – prosegue De Nardi – pienamente convinto che questo sia il tempo delle liste civiche democratiche e sociali che possono promuovere un vero e proprio riformismo comunitario. L’impegno civico si sta concretizzando in ottimi risultati in tutte le città dalle più grandi a quelle della dimensione di Treviso. Non venendo dalla politica in questa campagna elettorale, che ormai volge al termine, ho provato a mettermi in gioco con le mie caratteristiche che, da imprenditore, ho imparato a coltivare: darsi degli obiettivi ambiziosi, studiare le risorse e il percorso in modo concreto e misurabile e uscire dalla condizione di ‘comodità’ per mettersi in gioco. Forse sono un idealista, ma credo che per la nostra Città ci sia bisogno di un percorso coraggioso, visionario e lungimirante per compiere quell’indispensabile salto di qualità che merita. Soltanto così potremmo essere la città che tutti vorremmo, quella Treviso in cui tutti scelgono di venire, mentre oggi purtroppo in tanti si trovano costretti ad andarsene. Mi voglio impegnare a migliorare la qualità della vita, l’accessibilità degli alloggi, l’offerta commerciale culturale e sportiva, la sicurezza e il lavoro per tutti. Una Treviso capace di garantire le giuste opportunità di benessere e realizzazione, individuale e collettiva, per tutti, soprattutto per la fascia strategica di età tra i 20 e 40 anni”.
In caso di vittoria elettorale, quali saranno le sue azioni prioritarie nei primi cento giorni di mandato?
“Il primo impegno che mi sento di assumere sarà quello di restituire piena dignità e possibilità di partecipazione a tutti nostri quartieri. Oggi troppi, anche quelli non distanti dal centro, si sentono abbandonati, isolati. In questi anni la città si è sconnessa. Sta a noi riannodare quei fili ideali che costruiscono una comunità. Serve maggiore cura, sicurezza, servizi decentrati. Serve più verde, impianti per lo sport, per la vita all’aria aperta. Dobbiamo investire con grande determinazione sulle ciclabili, sul trasporto pubblico locale non inquinante e sullo straordinario tessuto associativo che rappresenta la vera risorsa della nostra città. Il secondo impegno è quello di dare finalmente vita ai progetti di pedonalizzazione del nostro centro storico costruendo un sistema di parcheggi utile e realizzando una grande area verde al Duomo. Ovviamente un percorso che sarà condiviso con tutti i residenti e i commercianti, professionisti e operatori del centro. Mi piacerebbe anche lanciare un concorso di idee con le università di tutta Italia per scegliere, dando una chance ai giovani architetti, le soluzioni urbanistiche migliori per rendere sempre più bella e accogliente la nostra Città. Il Terzo è quello di lanciare gli “Stati Generali dei Giovani”: un momento in cui siano i nostri ragazzi i protagonisti delle scelte che li riguardano per costruire, insieme, una città che per loro sia più stimolante, che non li ‘costringa’ ad andarsene o a annoiarsi o, peggio ancora, a compiere atti di vandalismo”.
Cosa prevede il suo programma per rendere Treviso una città “a misura” di giovani?
“A Treviso mancano spazi di aggregazione e luoghi di incontro affinchè i giovani possano inserirsi e contare su di una sana socialità: dal semplice stare insieme, alla condivisione di passioni, alla ricerca e alla coltivazione dei propri talenti e dei propri sogni. La chiusura degli oratori, lo stato di trascuratezza dello sport, l’assenza di una rete sociale che vada oltre la scuola vanno affrontati offrendo occasioni di aggregazione in cui i nostri ragazzi possano esprimersi da protagonisti. Su questo fronte, vogliamo aprire le scuole ai quartieri, trasformandole in un servizio e un presidio durante i pomeriggi e le sere, anche con attività di doposcuola o estive. Si possono promuovere con le scuole e l’ULSS programmi di educazione affettiva e di buone pratiche sociali e attivare una Consulta dei Giovani, per favorire la partecipazione e sviluppare il senso di responsabilità verso il bene comune. Treviso è una città universitaria e pertanto occorre avviare un piano per gli alloggi universitari, per attrarre studenti da fuori Treviso. Serve aumentare gli spazi per lo studio e gli alloggi a prezzi congrui per gli studenti. Gli universitari costituiscono un presidio importante e un insieme di competenze e talenti che, nel breve periodo, potrebbero mettersi a disposizione della crescita cittadina. Vogliamo promuovere la cittadinanza attiva, la consapevolezza sulla città e la partecipazione alle decisioni che la riguardano, attraverso tutti gli strumenti disponibili come Focus Group, referendum consultivi o abrogativi, delibere di iniziativa popolare, petizioni e consigli di quartiere, per una città aperta che conosce e condivide le decisioni importanti”.
Potrebbe citare un personaggio politico di oggi, o del passato, che per lei è fonte di ispirazione?
“Ammiro molto tutti i sindaci civici che, proprio come me, pur venendo da esperienze di vita e professionali anche molto distanti hanno compiuto la mia stessa scelta: quella di provare restituire qualcosa alla città che amano e vivono e dove hanno costruito la propria carriera. Penso ad alcuni tra quelli che mi hanno sostenuto in questi mesi di campagna elettorale come il sindaco di Milano, Beppe Sala, quello di Verona Damiano Tommasi, di Padova Sergio Giordani o il neo eletto sindaco di Udine, che contro ogni pronostico ha vinto al ballottaggio, Alberto De Toni”.
(Foto: Giorgio De Nardi).
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