Il Gruppo Torrefattori Caffè scrive a Draghi: “Perdite del 40 percento, subito un confronto urgente con il governo”

Il settore dei torrefattori e del caffè Made in Italy, di cui fanno parte una ventina di aziende trevigiane, denuncia di essere sull’orlo del baratro, a causa della pandemia, e chiede un tavolo di confronto urgente con il governo Draghi.

Il Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, che fino al 2015 si chiamava Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè, rappresenta la maggior parte delle aziende del settore ed è presieduto dal trevigiano Alessandro Bianchin, titolare della Bin Caffè di Signoressa. Nella lettera indirizzata dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, il gruppo denuncia perdite che del 40 per cento nel fatturato nel 2020.

“È necessario un immediato confronto su indennizzi, aperture dei pubblici esercizi e contributi a fondo perduto Mipaaf per l’intero settore dell’HoReCa”, si legge nella lettera, inviata anche ai ministeri di settore. Il Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, che riunisce 225 imprese del settore, prende posizione contro la mancanza di prospettiva e di proporzionalità delle ultime misure restrittive e si fa portavoce di un’intera filiera italiana ormai sull’orlo del baratro.

“Ad impedire ancora oggi la ripresa e l’organizzazione del settore HoReCa sono soprattutto gli orizzonti temporali di massimo due settimane dettati dagli ultimi decreti, che non consentono alcun margine di programmazione per i pubblici esercizi: uno scenario allarmante che annienta la possibilità di fronteggiare lo tsunami economico che sta travolgendo bar, ristoranti, hotel e tutte le filiere collegate, che nel 2019 rappresentavano il 18% del Pil italiano” sostiene l’associazione.

“A tutela delle Torrefazioni italiane e vicini ai pubblici esercizi, abbiamo interpellato il Presidente del Consiglio e i Ministeri di competenza affinché si impegnino ad agire ora, per arginare l’ondata di fallimenti che rischia di diventare inarrestabile – afferma Alessandro Bianchin – Siamo disponibili a un serio confronto che porti alla revisione delle direttive e all’adozione di nuovi protocolli che permettano alle imprese di programmare e di lavorare. Non è più sostenibile, a quasi un anno dallo scoppio dell’emergenza sanitaria, continuare ad adottare un metodo che non consente alcun margine di programmazione per gli imprenditori, dettando aperture e chiusure da un giorno all’altro.

Tra le proposte avanzate dal Gruppo Italiano Torrefattori Caffè vi è l’ampliamento delle fasce orarie di fruizione per evitare il rischio di assembramenti, connesse ad accessi contingentati e su prenotazione per determinati tipi di servizi.

Un modo per garantire il distanziamento e il tracciamento, pur permettendo ai ristoratori di lavorare. Nella lettera a Draghi sono quattro i punti di interesse sui quali G.I.T.C. accende l’attenzione: più chiarezza e certezza sui ristori; indennizzi e maggior inclusione a beneficio delle filiere collegate e quindi delle torrefazioni del caffè; apertura dei pubblici esercizi con un ampliamento della fascia oraria anche a condizione di nuovi e aggiornati protocolli; inserimento del caffè espresso italiano nel contributo a fondo perduto Mipaaf dedicato al canale HoReCa. per l’acquisto di prodotti italiani.

 

(Fonte: Cristiana Sparvoli © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati