Il parto d’emergenza più fortunato di Treviso: nasce in casa e “con la camicia” con l’aiuto di una vicina infermiera

Qualche giorno fa, Federica, di professione infermiera al Ca’ Foncello di Treviso, tornava a casa per fare una lavatrice prima di recarsi al turno in ospedale quando ha sentito del trambusto provenire dalla casa dei vicini, una giovane coppia in attesa della nascita del loro primo figlio maschio, che avrebbe dovuto avvenire attorno al 20 luglio. M. e G., che hanno preferito mantenere un profilo riservato e non rivelare i propri nomi, erano piombati nel panico e chiedevano aiuto per un’urgenza che fino a poco prima non aveva dato segni di preavviso.

Subito pronta a rispondere all’istinto del suo mestiere, Federica, a sangue freddo, ha raggiunto la coppia fornendo il suo aiuto nelle prime operazioni fondamentali, che mai prima di allora aveva sperimentato.

Abbiamo sistemato la donna a terra, ho contato le contrazioni per capire quanto mancasse – spiega Federica, che nel frattempo ha atteso il 118 chiamato dalla famiglia – Era davvero prossima al parto e ho capito che non ci sarebbe stato il tempo di portarla all’ospedale, benché fosse vicino. Ho cercato di tranquillizzare lei e il compagno, perché non credevano potesse succedere tutto così velocemente: nonostante tutto, l’attesa dell’ambulanza mi è sembrata interminabile”.

Quando sono arrivati i soccorsi, i colleghi e i medici specializzati del Suem hanno preso in carico la situazione e grazie alla loro professionalità è andato tutto bene, nonostante il parto sia avvenuto in condizioni extra ordinarie. Tra le sei e trentatré e le sei e cinquantuno, il bambino è nato: sano, di 2 chili e mezzo e addirittura con la camicia, ovvero con il sacco amniotico integro. Si tratta di un fenomeno piuttosto raro, che si dice capiti una volta ogni 80mila, e il fatto che sia successo in casa, durante un’emergenza del genere, rende ancora più esclusivo e degno di stupore questo evento. Si dice, in effetti, che il bambino venga alla luce senza quasi accorgersene e che sia simbolo di grande fortuna. Finita l’emergenza, il bambino è stato cullato tra le braccia della madre e insieme sono stati trasportati in ospedale.

“È stata una vera emozione – commenta Federica, che lavora in un reparto che non ha niente a che fare con le nascite e che si è trovata a praticare delle manovre d’emergenza di questo tipo per la prima volta nella sua vita – Quando il bambino è nato, mi ci è voluto un po’ per riprendermi del tutto. Mi sembrava di vivere la scena di un film, così sul pavimento con asciugamani e coperte. È stato indescrivibile, non avevo mai vissuto questa cosa in ambiente non protetto. È stata dura anche per me, ma grazie a Dio è andato tutto bene, con le incognite non si sa mai. Diciamo che ha fatto curriculum” conclude scherzando.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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