Il vescovo prega dall’autostazione nel ricordo di Francesco: “Qui il lutto di una violenza insensata”

Tra gli emarginati, per gli emarginati. Si è elevata una preghiera speciale dalla stazione delle autocorriere a Treviso durante la messa della Vigilia di Natale presieduta dal vescovo diocesano monsignor Michele Tomasi.

Il vescovo Michele Tomasi

Il rito è stato celebrato in una zona marginale e delicata della città proprio per ribadire la vicinanza ai soggetti più svantaggiati della società civile, e infatti il vescovo ha invocato Maria per il sostegno ai più fragili e ha rivolto un pensiero anche per Francesco Favaretto, il 22enne morto lunedì dopo undici giorni di coma, dopo essere stato ferito a seguito di una lite con altri giovani.

La celebrazione in via Lungo Sile Mattei – promossa da Ceis, Caritas Tarvisina e Comunità di Sant’Egidio – ha dunque assunto un significato ancora più profondo, perché ha unito il valore simbolico del luogo alla volontà della diocesi e della comunità cristiana di farsi prossime alle situazioni di disagio, in particolare nel periodo del Natale, tempo dedicato agli affetti.

Tomasi: “Non cedere a chi vuole vendere la felicità”

“È una giornata di Natale – ha detto il presule a margine dell’evento – che ci fa pensare al lutto grande della tragedia della violenza insensata, della vita che spesso rincorre altrove quello che avremmo già nelle nostre relazioni, nel nostro bene che possiamo donarci gli uni gli altri”.

“Non dovremmo cedere – ha proseguito – alle tentazioni di chi ci vuole vendere felicità: questa è invece un dono che possiamo farci tra di noi. Una preghiera per Francesco e la sua famiglia, per tutti coloro che gli vogliono bene, perché tocchi il cuore di tutti coloro che cedono alla violenza, questi fatti non si abbiano a ripetere e possiamo costruire davvero un mondo di pace”.

Parole che hanno fatto eco all’omelia, dove lo stesso Tomasi si è rivolto a più riprese alla Madonna, chiedendole di accogliere in particolare – con la significativa metafora delle fasce e della mangiatoia della Natività – le persone in difficoltà.

Il vescovo durante l’omelia

“Contempliamo la tenacia della madre che con gesti antichi e sempre nuovi dà spazio alla vita, dimentica la sua fatica e il suo dolore e subito si mette semplicemente a servizio del bambino – ha detto Tomasi -. Nel nostro tempo confuso, senza più riferimenti saldi e sicuri, affidiamoci anche noi con tutte le nostre forze a questo gesto, a questo piegarsi della mamma sul bimbo, a questo semplice e fondamentale atto di cura, a questo rivoluzionario servizio alla vita”.

Con un richiamo alla tragedia del 22enne scomparso, il vescovo in particolare ha pregato per “chi piange un figlio, una figlia, strappati alla vita dalla violenza insensata, dalla fretta sconsiderata, da mercanti di illusioni e di morte”.

Poi egli ha anche ricordato, tra gli altri, “le famiglie che provano a darsi relazioni di reciproco amore, ma che spesso raccolgono fatica e incomprensione, e che rischiano ogni giorno di dover dichiarare la propria resa” e “i giovani cui abbiamo rubato futuro e speranza, catturandoli in miti di falso successo e di vuota allegria”.

Il pensiero del vescovo trevigiano è andato anche agli “operatori di pace, fantasiosi artigiani di umanità, profeti quotidiani della dignità dell’uomo”, agli “esseri umani puri di cuore”, e al “povero, l’orfano e la vedova, lo straniero e il carcerato, il migrante e l’ammalato”.

Centinaia i presenti

In una serata molto fredda – e in coincidenza con l’apertura della Porta Santa del Giubileo a Roma, in diretta tv – è stata importante e corale la risposta dei trevigiani, che hanno partecipato in diverse centinaia alla messa, dopo la “prima” dello scorso anno, che vide una grande presenza della comunità ecclesiale e civile.

Tra i rappresentanti istituzionali c’erano l’assessore di Treviso Gloria Tessarolo, il presidente del consiglio comunale Antonio Dotto e la presidente ANCI Treviso Paola Roma.

La messa – animata dei gruppi Scout di Treviso 2 e 4 – è stata concelebrata da don Matteo Volpato, parroco di Fiera e Selvana, nonché assistente spirituale di Ceis Treviso, don Bruno Baratto, direttore di Caritas Tarvisina, don Filippo Facchin, don Marco Carletto e don Stefano Moino.

Un momento della messa: Tomasi insieme ai concelebranti

Alla fine, il presule ha sottolineato come la condizione di “scomodità” abbia messo in rilievo l’importanza di cogliere l’essenziale, il messaggio di Natale, e ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita della messa, a partire dalla disponibilità di Mom – Mobilità di Marca.

(Autrice: Beatrice Zabotti)
(Foto e video: Beatrice Zabotti)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
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