Le avrebbe chiesto una prestazione sessuale a pagamento, ma successivamente l’avrebbe immobilizzata, rapinata e minacciata di bruciarla viva: è quanto accaduto circa un mese fa, secondo i riscontri degli inquirenti, nel Trevigiano. Vittima una giovane di nazionalità straniera che ha vissuto veri e propri attimi di terrore in seguito a quanto avrebbe compiuto un quarantaquattrenne di origini comasche ma che vive da molti anni nella Marca.
I fatti risalgono allo scorso 28 aprile quando l’uomo avrebbe avvicinato, lungo la strada Statale Pontebbana nel territorio comunale di Villorba, una prostituta venticinquenne di nazionalità albanese. Con la scusa di una prestazione sessuale l’avrebbe fatta salire in auto e una volta arrivati in una zona isolata immobilizzata e legata con del nastro isolante, avvolgendola con dei teli e incappucciandola. Qui sarebbero scattate le minacce di darle fuoco se non gli avesse consegnato la borsetta. La donna, in uno scatto dettato dalla paura, sarebbe però riuscita a scappare tra i campi circostanti e allontanarsi dall’uomo.
Sono state alcune persone a notare la donna nella vicina via Trieste e a segnalare la presenza di una persona, in stato di shock, scalza e con i vestiti strappati, ai Carabinieri del Comando provinciale di Treviso.
Le indagini da parte dei Militari della stazione di Villorba, sotto la guida del Maresciallo Massimo Maselli, sono scattate immediatamente, coperte dal massimo riserbo: pochi gli elementi di partenza, tra cui il colore dell’auto dell’uomo che si è successivamente rivelate essere una Fiat Punto rossa, intestata alla madre ma utilizzata dal quarantaquattrenne.
I Carabinieri, anche grazie alle immagini di videosorveglianza della zona e alcuni appostamenti, sono riusciti a risalire all’uomo che viveva, senza cellulare e con la costante preoccupazione di essere beccato anche per altri reati commessi, a casa di un conoscente. Proprio la paura dell’uomo, che viveva in un costante stato d’allerta e senza lasciare tracce di sé, ha complicato di molto le indagini.
Nella fuga la donna ha lasciato nell’auto il portafoglio contenente 350 euro, il cellulare e il passaporto che i militari hanno ritrovato (tranne i contanti) nei giorni successivi, poco distante dai campi da dove la venticinquenne era riuscita a mettersi in salvo.
Dalle indagini è però emerso anche un altro dettaglio inquietante: ovvero che l’uomo era uscito di prigione, dopo aver scontato una pena di 5 anni, nel mese di gennaio per un fatto simile commesso una decina di anni fa sempre a danno di una prostituta del Trevigiano. I militari, al momento dell’arresto, hanno dovuto richiedere il supporto dei Vigili del Fuoco perché l’uomo si è dimostrato poco collaborativo e non voleva uscire dall’abitazione.
L’uomo, accusato di rapina pluriaggravata, è ora rinchiuso nel carcere trevigiano di Santa Bona.
(Foto: Carabinieri Treviso)
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