Le impegnative di cura domiciliare sono circa 5 mila in provincia di Treviso quelle erogate dall’Ulss 2 (in tutto il Veneto quasi 30mila), che andranno a coprire i costi sostenuti per l’assistenza domiciliare e gli interventi di sollievo per persone con fragilità.
Le impegnative però, attraverso la certificazione Isee, vanno richieste annualmente entro una scadenza, lo scorso 31 marzo per quelle pagate mensilmente dall’Azienda sanitaria trevigiana a utenti ad alto bisogno assistenziale e per quelle pagate trimestralmente a chi è stato riconosciuto un medio bisogno assistenziale, mentre entro il 30 giugno per utenti con basso bisogno assistenziale (pagamento semestrale).
“La proposta che come sindacato avanziamo alla Regione del Veneto è di prorogare la validità degli Isee al 2021 per tutti i titolari di impegnativa e spostare la scadenza a fine settembre per la presentazione delle nuove domande, permettendo così a queste famiglie di non rimanere escluse dal contributo economico e trovarsi in ulteriori difficoltà – chiede Paolino Barbiero, segretario generale Spi Cgil Treviso (nella foto)”.
“Non possiamo permetterci di lasciare nessuno indietro – afferma il vertice dei pensionati della Cgil trevigiana – i destinatari delle Impegnative di cura Icd domiciliare sono tra i più fragili, coloro che hanno bisogno di assistenza a casa in risposta al bisogno individuale, ovvero della disabilità fisico-motoria e psichica-intellettiva. Per ottenere l’Icd serve presentare l’Isee con soglia fino ai 16.700 euro o fino ai 60mila euro secondo la casistica sociosanitaria di riferimento”.
“Non abbiamo contezza di quante persone o famiglie siano riuscite a sviluppare le pratiche Isee e presentare la domanda entro la scadenza del 31 marzo ma, visto il difficile momento che stiamo vivendo, è presumibile che, anche se il Caaf si è attrezzato per disporre il tutto telematicamente, non tutti abbiano avuto modo di attivarsi in questa modalità – puntualizza Paolino Barbiero – in particolare proprio chi vive situazioni delicate come quelle che richiedono l’assistenza domiciliare”.
“Per questo chiediamo alla Regione e all’Ulss 2 di farsi portavoce, di raccogliere tale istanza – conclude Barbiero – per non lasciare indietro nessuno e tutelare la salute delle persone e i bisogni delle famiglie”.
(Fonte: Spi Cgil Treviso).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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