In 300 al funerale di Vincenza Saracino: “Non siamo qui a rubare il lavoro alla magistratura”

Gremita la chiesa di Canizzano, quartiere di Treviso dove la donna viveva, per l’ultimo saluto a Vincenza Saracino, la cinquantenne uccisa con cinque coltellate all’interno di un casolare abbandonato a poche centinaia di metri dalla sua abitazione.

Mentre amici, parenti e conoscenti si sono stretti al marito Fabio e alla figlia Matilda, continuano serrate le indagini da parte dei Carabinieri del Comando provinciale di Treviso per cercare di risalire al killer. 

“Era una brava donna, non si meritava questa fine” è il ricordo di un’amica di Vincenza prima di entrare in chiesa.

“È pericolo addentrarsi nel tema del dolore, siamo qui con il cuore ferito e con tante domande – ha detto don Rodolfo durante l’omelia -. Gesù e stato pronto ad accoglierla quando non c’era nessuno che aiutava Enza”.

È stato lo stesso parroco a definire Vincenza come una persona “semplice ed esuberante, che ha saputo donare amore al marito e alla figlia, ha affrontato la sua vita in bici con semplicità”.

“Non siamo qui per rubare il lavoro alla magistratura  – ha concluso il parroco -, né a stuzzicare fantasie. Buon viaggio in bici verso il cielo, cara Enza”.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: a cura di Simone Masetto)
(Articolo, foto e video di proprietà di: Dplay Srl riproduzione riservata)
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