In Provincia 480 ricoveri complessivi, 16,2 percento di mortalità. Benazzi: “Necessario comportamento etico”

Ammontano a 480 complessivamente i ricoveri in tutta la provincia trevigiana: a vivere la situazione più critica, al momento, è l’ospedale di Montebelluna, con 140 ricoveri.

Questa l’analisi complessiva fornita oggi, martedì 1 dicembre, dal direttore generale dell’Ulss2 Francesco Benazzi, il quale ha fornito alcuni dati sulla situazione sanitaria in corso.

Bisogna avere un comportamento etico, in questo momento. Bisogna comportarsi come vorremmo che ognuno si comportasse con noi“, è il monito del numero uno dell’azienda sanitaria, il quale ha annunciato come la stessa Ulss2 ha in programma il lancio di un programma di sensibilizzazione in tale direzione.

Si riduce il numero dei centri servizi per anziani colpiti da Covid-19, ovvero 33 strutture su 52, anche se restano positivi ancora 300 ospiti su un totale di oltre 5 mila persone. “Si tratta di persone già debilitate a causa di altre patologie, per le quali il processo di negativizzazione può richiedere fino a 3 settimane”, ha precisato Benazzi.

Strutture che, intanto, si stanno sottoponendo alla sperimentazione del teleconsulto e della telemedicina, un sistema che garantisce la presenza virtuale dello specialista di riferimento, in costante collaborazione con il medico del centro servizi: grazie al posizionamento di un monitor sistemato su un carrello, in maniera tale da poter inquadrare in maniera precisa il paziente, e al collegamento tramite Google Meet, le strutture hanno la possibilità di sottoporre i propri ospiti a visite specialistiche, evitando qualsiasi tipo di spostamento da entrambe le parti.

Non si arresta, invece, il volume di tamponi effettuati, pari a circa 256.077 finora, dei quali 1.169 effettuati soltanto a Conegliano nella giornata di ieri. “Numeri importanti”, come ha osservato il direttore generale, il quale ha sottolineato come, fortunatamente, il servizio non impone più lunghe attese, come avveniva poco tempo fa.

Screening che prosegue nei Comuni di Cavaso e Castelcucco, aree che hanno registrato un indice RT di media attorno al 2, più elevato rispetto alle altre zone comunali del Veneto e per il quale c’è l’intenzione di “indagare per capire quanti sono in tutto i positivi”.

Sul fronte degli ospedali, il Guicciardini di Valdobbiadene assumerà un ruolo sempre maggiore in questa lotta al virus: sono già iniziati i primi ricoveri nella struttura, dove entro il finesettimana potrebbero raggiungere la cifra di 16, per arrivare al numero di 30 qualora la situazione lo necessitasse. Nel frattempo sono 5 i nuovi infermieri reclutati per la sede ospedaliera, in vista di un suo potenziamento.

Personale sanitario che nella zona dell’Ulss2 ha registrato dei casi positivi: sono in tutto 161 i lavoratori che hanno contratto il Covid-19, dei quali 130 ora in regime di isolamento domiciliare e altri 31 in quarantena.

Tra questi, 17 sono medici, 51 operatori sociosanitari, 77 infermieri, 6 fisioterapisti, 5 tecnici di prevenzione, 5 assistenti sanitari.

A livello generale, inoltre, continua il trend dei ricoveri per altre patologie nei vari ospedali del territorio: se a marzo e aprile i ricoveri erano riservati solamente ai casi più urgenti, ora l’attività ha ripreso la sua normalità in questo senso, anche se le strutture, come ha spiegato Benazzi, stanno accusando lo stress di dover lavorare su un doppio fronte.

Intanto, è al 16,2 percento la percentuale di mortalità nella sola provincia di Treviso, “la più bassa del Veneto”, secondo quanto specificato da Benazzi, il quale ha osservato come i mesi di marzo e aprile siano stati in assoluto quelli più complessi in fatto di decessi.

In tema di sperimentazioni, invece, il dottor Roberto Rigoli ha reso noto come prosegua il lavoro sui test rapidi: “Nei mesi scorsi ci hanno salvato, quando i ritmi nell’effettuare i tamponi erano divenuti insostenibili”.

Ora, ha spiegato Rigoli, il lavoro si concentra sul determinare con maggior esattezza quando un soggetto sia effettivamente infettante: un lavoro per il quale c’è un collegamento diretto tra Regione Veneto, istituto Spallanzani e Ministero della Salute.

“Anche i test fai da te hanno ricevuto l’approvazione da parte del Comitato etico – ha concluso Rigoli – ma tutta questa fatica risulterà vana, se non vengono rispettati determinati comportamenti”.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it). 
(Foto: Ulss 2 Marca Trevigiana).
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