Incidenti mortali fittizi per fare clickbaiting

Incidenti mortali fittizi per fare clickbaiting
Incidenti mortali fittizi per fare clickbaiting

Se ne inventano di tutti i tipi: questa volta, per cercare di raggirare l’utente medio (ma in un caso specifico anche quello esperto), c’è chi ha pensato di creare un sistema digitale capace di postare su Facebook contenuti fittizi che vanno oltre alle fake news o ai classici titoli magnetici.

Come se non bastassero i casi di cronaca nera nella Marca Trevigiana, i social network sono stati recentemente invasi da un nuovo tipo di quello che, un po’ da boomer, potremmo chiamare virus.

Si tratta di post fittizi che riportano, per esempio: “Appena morto in un incidente stradale“, rendendo quasi irresistibile la tentazione un po’ morbosa ma ahimè umana di cliccarci sopra per sapere di chi si tratta. Ritrovandolo postato da un amico o da un conoscente nella sezione delle news, infatti, l’utente è solito non dubitarne, anche se il link su cui compare non è riconducibile a nessun sito conosciuto. In genere questo capitava con fotografie o annunci di “ragazze calde” come veniva spesso tradotto erroneamente da qualche sistema automatico. 

Una volta cliccato il link, come avveniva con il sistema di messaggistica, il post viene automaticamente ricondiviso anche dal profilo del curioso, rendendo in poco tempo virale questo meccanismo. Una volta completato l’obiettivo in termini di click, gli ignoti eliminano i siti sorgente. Restano così soltanto i post degli utenti, che se riportanti contenuti di un certo tipo possono anche macchiare la reputazione pubblica degli utenti (anche delle attività).

Recentemente, queste strategie, con il solo obiettivo di moltiplicare subdolamente le visualizzazioni al netto dei contenuti, si sono ulteriormente affinate, arrivando anche a parlare di temi locali, postando i contenuti nei gruppi a partire in genere da account presunti falsi. 

La provenienza degli autori di questi trucchetti è molto difficile da tracciare, anche perché molto spesso i server da dove provengono si trovano all’estero. In questi casi, non essendoci quasi mai un vero reato ai danni dell’utente, ci si limita a ignorare e cancellare i post. È invece opportuno segnalare all’autorità dei social network questi post, cercando tra le opzioni del social stesso, in modo da bloccarne la diffusione. Specialmente  è consigliabile farlo per quei post che allertano di un incidente mortale o di un cadavere rinvenuto mai avvenuto, anche per rispetto alle tragedie di cui siamo tenuti a sapere per davvero. 

(Foto: Facebook).
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