Ci è voluto del tempo per riordinare tutte le interviste prodotte in seguito all’Adunata di Udine, domenica scorsa, durante la quale abbiamo incontrato un gran numero di sezioni e gruppi provenienti dall’Alta Marca Trevigiana: riuniti di nuovo ad affrontare tanti giorni di maltempo, i volontari che in ogni piccola località di questa Provincia rappresentano una forza operativa e mai dormiente, ci hanno raccontato la propria emozione nel tornare in Friuli Venezia-Giulia, dove molti di loro hanno trascorso il servizio militare.
Osservando bene un gruppo di Alpini mentre si organizza per sfilare, risulta semplice immaginare come questi ormai meno-giovani uomini siano stati diciottenni in “vacanza obbligatoria”, come dice qualcuno di loro, lontani da casa: alcuni di loro rigorosi e ordinati, altri chiassosi, scherzosi ma non per questo meno dediti al lavoro.


Anche sotto la pioggia, questa domenica, l’amicizia tra diverse comunità e lo spirito di appartenenza ha trionfato e a testimoniarlo è stata la resilienza di quegli alpini che, anche senza il proprio gruppo, hanno voluto essere all’adunata rappresentando magari da soli, o in coppia, un Comune.


Abbiamo visitato i tendoni delle sezioni di Conegliano e Vittorio Veneto, assediate dal fango, incontrando poi all’ammassamento anche i gruppi di Paese, Nervesa, Signoressa di Trevignano, Cavaso del Tomba, Cornuda e moltissimi altri. La cerimonia ha coronato, per esempio, il secolo di vita dei due gruppi di Fonte, Oné e Fonte Alto, aprendo anche la stagione delle grandi cerimonie a Cima Grappa, sul Monte Tomba e al Bosco delle Penne Mozze.


La loro promessa alle loro comunità, rilanciata nuovamente davanti alle camere di Qdpnews.it, è stata quella di continuare per quanto possibile a fare del bene a livello locale, senza mai mettersi in mostra, ma rimanendo dietro alle quinte. Una caratteristica, quella della modestia, che gli Alpini mantengono tutti i giorni, tranne uno, meritatissimo e, anzi, dovuto: il grande giorno della sfilata.


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