La Casa di Cura di Monastier è all’avanguardia nella diagnostica con nuove Tac e risonanza magnetica

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La Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier, struttura sanitaria privata convenzionata con il sistema sanitario nazionale, per la diagnosi, ricovero, cura e riabilitazione, è sempre più all’avanguardia grazie a nuovi investimenti in strumentazioni e tecnologie di ultimissima generazione.

Recentemente, il reparto radiologia si è dotato di una nuova risonanza magnetica e una nuova Tac che consentono da una parte di rilevare eventuali patologie con maggiore rapidità e precisione, dall’altra maggior comfort al paziente e bassissime intensità di radiazioni nel corpo del paziente.
 In pochissimi secondi è possibile individuare, con altissima precisione, un tumore anche nella sua fase iniziale. Ma il campo oncologico non è certamente l’unico settore di applicazione, basti pensare alla diagnostica cardiologica e ortopedica.

“Nonostante questo disgraziato 2020 che ci siamo lasciati alle spalle – sottolinea il primario di radiologia, Mauro Gallo -, la casa di cura ha portato avanti ingenti investimenti dotandoci di una nuova apparecchiatura Tac a doppia sorgente e una risonanza magnetica da un tesla e mezzo che sono il massimo della tecnologia attualmente disponibile sul mercato. Tutto questo testimonia come la priorità per questa casa di cura non sia il profitto ma la salute del paziente”.

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La nuova risonanza magnetica dispone di un tunnel all’interno del quale viene posto il paziente molto più ampio, risolvendo così in parte problemi di sensazioni claustrofobiche. 
La Tac a doppia sorgente consente invece di effettuare esami con estrema velocità con conseguenti dosi di radiazioni ridotte al minimo.

“Abbiamo confrontato le dosi di radiazione su un paziente che aveva effettuato precedenti esami con il macchinario precedente – spiega il dottor Mauro Gallo -. Il calo delle radiazioni risulta essere quasi dell’80 per cento. Tuttavia la tecnologia non è di per sé sufficiente, curiamo infatti molto il rapporto umano tra medico e paziente, basilare per ottenere il massimo dei risultati”.

La Casa di Cura Giovanni XXIII è composta da due blocchi: il blocco A e blocco B (nuovo padiglione). Il blocco A è formato da cinque piani fuoriterra che ospita le degenze, i servizi ambulatoriali e gli uffici amministrativi.

È facilmente raggiungibile anche con mezzi pubblici che effettuano la sosta negli stessi parcheggi della struttura.
La clinica privata di Monastier, azienda sanitaria della famiglia Geretto di cui Gabriele Geretto è amministratore delegato e il figlio Matteo ne cura la comunicazione e sviluppo, è al quarto posto in Italia per numero di interventi protesici al ginocchio e all’anca.

Due anni fa sono state realizzate una nuova sala operatoria e una centrale di sterilizzazione con sistemi all’avanguardia. Precorrendo i tempi, sono stati pensati e messi in atto anche percorsi molto rigidi, al fine di evitare contaminazione tra personale e attrezzature.

La Giovanni XXIII è un ospedale a tutti gli effetti e si interseca all’interno di una realtà ospedaliera, come quella veneta, unanimemente considerata molto efficiente. Controllo degli sprechi ed efficienza sono proprio il “mantra” di questa realtà privata, dove le oltre 500 persone che vi lavorano mostrano un grande attaccamento aziendale che si ripercuote positivamente sul paziente.

 

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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