Detto fatto. A meno di un mese dall’incontro fra Conte e il ministro dell’Interno Piantedosi la Caserma Serena è passata dalle quasi 800 unità a 450 ospiti, poco più della metà. La struttura, arrivata sull’orlo del collasso con l’aumentare degli arrivi, ha iniziato a svuotarsi fin dai giorni successivi alla riunione del 20 dicembre, fa sapere il sindaco.
“Eravamo arrivati a fiorare le 800 persone all’interno della struttura: oggi la presenza è stata dimezzata – sottolinea Conte – Ringrazio il ministro, il sottosegretario di Stato Nicola Molteni e il prefetto. In piena collaborazione e totale dialogo stiamo dando una risposta alla comunità che vive nei pressi della Caserma e che evidenziava disagi non tanto legati alla presenza di migranti in sé, ma alla sua portata eccessiva”.
“I primi 50 – prosegue – sono stati trasferiti due giorni dopo l’incontro. Come fatto presente al ministro Piantedosi, Treviso non era più nelle condizioni di farsi carico di un numero tale di richiedenti asilo. Dei 1600 presenti in provincia, 1000 avevano trovato accoglienza nelle nostre strutture”.
Lo stop degli sbarchi da un lato e la redistribuzione dei migrati già presenti sul territorio sono i due punti centrali che il primo cittadino di Treviso ha portato sul tavolo del Ministro che ha reagito in tempi record accogliendo fin da subito anche la richiesta di rafforzamento della presenza militare sul territorio”.
“Chi è stato trasferito ha trovato spazio fuori provincia, non ho mai chiesto il trasferimento in altri Comuni trevigiani semmai un intervento governativo per fermare gli sbarchi e un alleggerimento delle strutture in sovraffollamento – precisa Conte escludendo che questa azione sia direttamente collegata all’apertura di altre strutture nel Trevigiano (risale a pochi giorni fa l’annuncio sulla probabile apertura di un terzo hub per l’accoglienza dei migranti a Crespano del Grappa) – Ad oggi quindi la Caserma Serena torna ad una capienza più gestibile, per i residenti e per gli ospiti stessi”.
Ai 450 migranti accolti nella Caserma, fra cui si contano 43 minori non accompagnati, vengono offerti anche corsi di formazione lavorativa, corsi di lingua e di educazione civica. “Non perdiamo di vista l’importanza di favorire l’integrazione – conclude il sindaco – un lavoro lento che va portato avanti con costanza”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it