Un’iniezione di fiducia è quanto ha ricevuto il pubblico del TEDxTreviso nel pomeriggio di sabato 22 ottobre, al Teatro comunale “Mario Del Monaco” della città.
“Fiducia” era infatti il tema su cui si sono incentrati gli interventi di 10 speaker d’eccezione.
Fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, fiducia e speranza nel futuro, assenza di aspettative dagli altri e di paura: sono questi gli ingredienti che hanno arricchito la fonte di ispirazione sgorgata dalle varie talk.
Il TEDx è un’organizzazione no-profit sviluppatasi a livello internazionale, che prevede una serie di eventi locali organizzati da volontari, con relatori in grado di proporre delle talk fondate su una specifica parola chiave, in grado d’essere una fonte di ispirazione per il pubblico.
L’evento si è svolto in un’annata particolare, ovvero il 330 esimo anno di fondazione proprio del Teatro Del Monaco di Treviso, intitolato al celebra tenore: risale al 1692 l’anno d’inaugurazione dell’allora Teatro Onigo, dal nome del conte Fiorino Onigo, che decise di farlo costruire in un lotto di sua proprietà.
A presentare il nuovo appuntamento organizzato da Nicolò Rocco e da una nutrita squadra di volontari sono stati Gaia Dall’Oglio, fondatrice del progetto digitale veneto Sgaialand.it, e Andrea Lorenzon, creatore del canale “Cartoni morti” che tratta situazioni tipiche della società italiana. Dopo l’esecuzione della versione per archi del brano “Fix You” dei Coldplay da parte del quartetto “Le corde del mondo”, composto da quattro musicisti da Paesi diversi e uniti dalla passione per la musica, il discorso di rito degli assessori Lavinia Colonna Preti (Cultura e Turismo) e Alessandro Manera (Ambiente) ha poi lasciato spazio a una maratona di speaker.
La prima sessione è stata inaugurata da Claudio Scardovi, docente dell’Università Bocconi, il quale ha posto al pubblico il quesito sulla possibilità di riporre fiducia nella finanza: da parte sua la risposta è stata affermativa, nonostante un terzo della popolazione mondiale viva al di sotto delle proprie possibilità.
“Bisogna recuperare passo passo la fiducia nella finanza e passare oltre – sono state le sue parole – Bisogna avere speranza nel futuro, contro l’incertezza di tutti i giorni. Se la fiducia non è sufficiente, e non lo è neppure la speranza, allora serve l’azione ed essere resilienti rispetto a ciò che ci attende”.
Federico Reggio, ricercatore e docente di Filosofia del Diritto all’Università di Padova, ha invece ripercorso la storia del simbolo raffigurante la Giustizia, soffermandosi sull’elemento della benda. “L’imparzialità può diventare impersonalità”, ha osservato, affrontando il tema della sfiducia nella giustizia penale: “Cambiamo la messa a fuoco della giustizia e vediamo le persone – ha osservato – Il diritto può ricostruire il dialogo dove è possibile: bisogna cambiare gli obiettivi e le prospettive”.
Gerardo Favaretto, psichiatra già direttore del Dipartimento di Salute mentale dell’Ulss 2 Marca trevigiana, ha riferito come dal 1978, anno della chiusura dei manicomi, sia molto cambiato il concetto di salute mentale. “Si pensa al folle come a una persona che ha perso il contatto con il mondo, ma non è così – ha spiegato – Noi applichiamo alcuni schemi ai modi di giudizio, ma è molto difficile dire come la mente funzioni. Ogni epoca ha i suoi problemi e le sue difficoltà e la salute mentale torna a essere oggi una questione importante, ma trascurata nel tempo. Bisogna avere speranza per il futuro e stabilire nuove relazioni con nuove modalità”.
Elisabetta Dami, la mamma di milioni di bambini grazie al personaggio di Geronimo Stilton da lei inventato, ha raccontato come proprio questo topolino sia stata la chiave per uscire da un momento difficile della propria esistenza, ovvero la scoperta di non poter avere figli. “Decisi che la vita doveva andare avanti – ha confessato, prima di salutare i volontari della Lilt Treviso ‘Giocare in corsia’ – Dovevo trovare un altro modo per esprimere il mio istinto materno. C’è sempre una soluzione a ogni problema. Grazie a Stilton ho trovato il mio lieto fine e ho fiducia nella mia fantasia: voglio incoraggiarvi ad avere sempre fiducia nel lieto fine. Non bisogna subire gli eventi, ma trasformarli in energia positiva”.
Tommaso Ebhardt, autore delle biografie di Sergio Marchionne e Leonardo Del Vecchio, ha portato in sala l’immagine del rugby come metafora di approccio verso la vita. “Il rugby è uno sport di estrema verità, che ti spinge a uscire dalla tua zona di comfort – è stata la sua definizione sportiva – Insegna che da soli valiamo poco e non si fa nulla senza il sostegno degli altri. Insegna ad avere fiducia nei compagni”.
Stefano Simontacchi, presidente della Fondazione Ospedale dei Bambini Buzzi di Milano, ha chiarito quanto si debba essere grati con se stessi, per darsi un messaggio di fiducia, togliendosi di dosso ogni forma di condizionamento e senso di colpa, paura e aspettativa: “Tutte queste cose non ci fanno assumere la responsabilità della nostra vita. La paura si vince con la fiducia, dobbiamo smettere di giudicarci. Dobbiamo lasciarci sorprendere dalla vita ed essere protagonisti”, ha detto al pubblico.
Chiara Cocchiara, ingegnere aerospaziale nominata da Forbes come una dei top 30 Leader Under30 nella categoria industria, ha mostrato il legame tra lo spazio e i vari aspetti della vita, sottolineando quanto il modo di fare imprenditoria abbia un impatto anche sul settore spaziale. Tracy Eboigbodin, vincitrice dell’11esima edizione di MasterChef Italia, ha raccontato la propria vicenda, mostrando quanto sia facile avere paura di essere delusi dagli altri e da noi stessi. “Ero abituata a vivere con il freno a mano tirato – ha ammesso – Durante MasterChef mi davo della sfavorita da sola: non temevo nessuno, ma temevo me stessa. Non sempre ciò che non conosciamo deve nuocerci, bisogna provare”.
Monica Manto, direttore generale di Acquevenete, ha riferito che in Italia soltanto un cittadino su tre beve acqua dell’acquedotto: “Non c’è fiducia senza conoscenza – ha affermato – Il successo del risultato dipende per metà dalla fiducia e la fiducia si conquista con l’altra metà di azioni concrete”.
A chiudere l’iniziativa, infine, è toccato al quartetto “Le corde del mondo” (sostituendo una performance musicale alla relazione tradizionale), che ha intrattenuto il pubblico con diverse versioni per archi di brani celebri, tra cui l’intramontabile “L’amour toujours” del dj Gigi D’Agostino.
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