Nelle ultime due settimane uno spettacolo fuori dal comune tiene gli occhi di astrofili e fotografi di tutto il mondo rivolti verso il cielo: la grande protagonista si chiama C/2020 F3 Neowise ed è la cometa più grande degli ultimi trent’anni, dal lontano 1997 con la Hale Bopp.
Un nome che ha ben poco a che fare con l’immaginario collettivo e romantico che evocava le comete come portatrici di disgrazie o di buone novelle.
È stata scoperta il 27 marzo 2020 dal telescopio orbitale Wise: è sempre stata tenuta d’occhio, ma mai nessuno avrebbe pensato che dopo il giro di boa attorno al sole avrebbe manifestato una coda così grande, talmente tanto che all’occhio umano è percettibile come se fosse lunga venti volte la Luna piena.
Partita migliaia, forse milioni, di anni fa dalla nube di Oort, la zona periferica del sistema solare, questo ammasso di ghiaccio, rocce e polvere, attratto dalla gravità del sole, finalmente ci ha raggiunti.
Una volta passato il perielio, il punto dell’orbita più vicino alla nostra stella, il vento solare ha iniziato a far sublimare il ghiaccio e le polveri, mostrando così una notevole coda doppia bianco paglierina, di polveri e azzurra di ioni.
Per ammirare l’astro chiomato ormai non c’è più molto tempo, la coda è lunga, ma il nucleo si sta indebolendo abbastanza rapidamente: ad oggi la si può osservare ad occhio nudo anche dalle periferie delle città e paesi, se non troppo corrotti dall’inquinamento luminoso.
La sera è visibile alle ore 23 a nord ovest, sotto il Grande Carro e appena sopra le Prealpi Trevigiane, il mattino invece alle 3.30 verso nord est, sempre poco sopra le Prealpi.
Anche se meravigliosa, questa cometa non è riuscita a balzare agli onori di cronaca ma ci sarà tempo fino a fine luglio per poterla osservare. Ciao Neowise, ci rivedremo tra seimila anni.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: per concessione di Michele Girardi).
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