Sabato 5 aprile si inaugura in città la mostra “La Maddalena e la Croce. Amore Sublime“, un’esposizione che attraversa secoli di storia dell’arte per raccontare la figura di Maria Maddalena attraverso oltre 100 opere tra miniature, dipinti, sculture, oreficerie e tessili, dal Medioevo alla contemporaneità.


La presentazione della mostra alla stampa ha visto oggi giovedì la partecipazione delle istituzioni cittadine, con parole di entusiasmo e riflessione da parte delle autorità. L’assessore alla cultura Maria Teresa De Gregorio ha sottolineato l’intensità emotiva della mostra: “È straordinaria, mi sono emozionata. Indipendentemente dall’approccio religioso, è un’esposizione che colpisce per la sua capacità di allestimento e per il tema trattato. Si parte dal Medioevo e si arriva alla contemporaneità, un risultato importante per i Musei Civici, la loro direzione e lo staff. Sono molto soddisfatta”.
Il sindaco Mario Conte ha in primis posto l’accento sull’importanza dell’autonomia culturale della città: “Ringrazio tutto il settore cultura del Comune di Treviso. Torniamo nel campo delle mostre autogestite, un vero salto di qualità. Questa amministrazione può organizzare mostre e confrontarsi con soggetti privati: abbiamo enormi capacità di costruire esposizioni di grande valore”.
Poi, il primo cittadino ha colto l’occasione per una riflessione più ampia, lanciando un appello perentorio: “Il Ministero della Cultura e la Soprintendenza devono facilitare il percorso di conoscenza delle opere da parte della comunità. Le opere d’arte appartengono al nostro Paese e ai cittadini. Mi dispiace che, come sta accadendo, un’opera venga inspiegabilmente sottratta alla visione del pubblico. Nel percorso della mostra è stata inserita una sagoma provocatoria, come quelle che si vedono nelle scene dei delitti: lì avrebbe dovuto essere posizionata la Maddalena Giacente di Antonio Canova. Purtroppo, la statua non è arrivata per un rimpallo di responsabilità tra Soprintendenza e Ministero. Gli adempimenti assicurativi sono stati rispettati, così come le condizioni di trasporto, ma nessuno ha voluto prendersi la responsabilità dello spostamento da Possagno a Treviso. Questo è un danno per la comunità”.
Il cuore della mostra
Il curatore Fabrizio Malachin ha spiegato il concept dell’esposizione: “Tutto parte dalla Bibbia. Maria Maddalena è testimone chiave della Passione di Cristo e della Resurrezione. La sua storia attraversa paura, rabbia, tristezza, solitudine, ma anche speranza e gioia. Il suo esempio è oggi attualissimo, un autentico manuale di ‘educazione alle emozioni'”.
La mostra si articola in 13 sezioni che accompagnano il visitatore dalla Crocifissione, in cui Maddalena è protagonista nella sua umana disperazione, fino alle rappresentazioni contemporanee della santa. Tra le opere esposte spicca la grande tavola bifacciale di Jan Polack, con la “Deposizione” sul fronte e la “Decapitazione di San Paolo” sul retro.
Ben 31 opere mai esposte prima, tra cui sculture lignee, terrecotte e dipinti di artisti come Fontebasso e Bellucci. Tra le novità la terracotta cinquecentesca di Leonardo Del Tasso e la scultura di Romualdo di Candeli, in dialogo con la celebre “Maddalena” di Donatello. Il ritrovamento più sensazionale è un’opera di Guercino del 1639, scomparsa per due secoli. Restaurata nel 2023, combina naturalismo e idealismo, offrendo una visione intima e spirituale della Maddalena penitente.


Il contemporaneo incontra la tradizione
La sezione che esplora le interpretazioni contemporanee è stata curata da Carlo Sala. Il fotografo Andres Serrano apre la rassegna con immagini che fondono iconografia cristiana e temi attuali, come nell’opera che richiama la croce e il sangue, evocando anche il dramma dell’epidemia di AIDS. Nicola Samorì propone “Carnem levare”, ispirato a Jusepe de Ribera, con una superficie pittorica che si sfalda, enfatizzando la fragilità della materia e del corpo crocifisso.
De Grandi presenta una “Croce di Urbino” reinterpretata in chiave storica e politica, con richiami alla propaganda e alla violenza del potere, mentre Elisa Rossi realizza una Maddalena ispirata al Seicento, con un forte gioco di luci e ombre e una dimensione emotiva profonda. Chiude la sezione l’opera di Matteo Santucciu, una Maddalena creata con l’intelligenza artificiale, una nuova frontiera per l’arte.
Anche il cinema trova spazio nell’allestimento, con una rassegna dedicata alle rappresentazioni di Maria Maddalena nei film sulla Passione di Cristo, dai kolossal in bianco e nero alle produzioni più recenti.


Un “fuori mostra” da non perdere
L’esposizione si estende oltre le sale del museo. Tutti i giorni dalle ore 8 alle 12, e dalle 15 alle 18, sarà aperta la Chiesa di Santa Maria Maddalena, a 200 metri dal Museo: uno scrigno di meraviglie che conserva numerose opere con protagonista la Maddalena. Spicca la “Crocifissione” del 1587-1588 di Paolo Veronese e aiuti, ma altre opere di Forcellini, Molinari e Marini raccontano altri episodi della vita della santa, dalla “Resurrezione di Lazzaro” alla “Cena in casa di Simone il fariseo” fino al “Noli me tangere”. I volontari di Chiese Aperte garantiranno visite guidate tutti i sabati dalle ore 16.30.
Un appuntamento imperdibile
Capolavori senza tempo e riflessioni attualissime, rendono omaggio a una delle figure più affascinanti della storia sacra e artistica. La mostra sarà aperta al pubblico dal 5 aprile al 13 luglio, dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 18. Sede della mostra è il Museo Santa Caterina in piazzetta Mario Botter 1 a Treviso.


(Autore: Francesco Bruni)
(Foto e video: Francesco Bruni)
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