Il cappello e la sciabola posati sulla bara, il saluto dei “suoi” agenti e il suono delle sirene prima della partenza del feretro. Il funerale celebrato oggi martedì a Ceggia ha testimoniato, ancora una volta, l’amore e l’attaccamento del comandante Andrea Gallo al Corpo della Polizia Locale, e viceversa.

“Andrea di talenti ne ha ricevuti molti, talenti legati alla sua persona – ha ricordato il parroco durante l’omelia –. Era buono e calmo, fin da piccolo incline a vivere per gli altri: a scuola, in oratorio, in parrocchia come chierichetto e poi capo chierichetto. Questa apertura al prossimo è maturata nell’amore per la mamma Rosetta e la sorella Stefania, per i suoi amici, con i quali è sempre stato solare, accogliente, coinvolgente e disponibile, e per le persone che ha servito come agente di pubblica sicurezza”.
Il parroco ha poi voluto ricordare i talenti del comandante Gallo: le sue capacità e passioni, il giornalismo, gli studi letterari e giuridici, i vari lavori con cui fin da giovane si è mantenuto per non gravare sulla famiglia. Ma soprattutto i talenti che gli hanno permesso di eccellere nel suo lavoro.
Nel 1994 Andrea Gallo è entrato nella Polizia locale di Jesolo, dando inizio a una carriera che lo ha portato a diventare ufficiale a Caorle, poi comandante a San Michele al Tagliamento e infine, dal 2019, comandante della Polizia locale di Treviso.
“Andrea ha vissuto il suo lavoro come una vocazione: servire la comunità e le persone, con un’attenzione particolare a quelle più fragili, coniugando serietà e professionalità con disponibilità, gentilezza e ascolto – ha ricordato il parroco –. Si impegnava al massimo per il bene di tutti, dando tutto se stesso e chiedendo lo stesso impegno ai suoi collaboratori”.

All’ultimo saluto erano presenti molti amici, colleghi e conoscenti, oltre al sindaco di Treviso Mario Conte e alle numerose persone che, nel corso degli anni, hanno saputo apprezzarne le doti umane e professionali.
“Nonostante oggi siamo qui a dare l’ultimo saluto al Comandante Gallo, quando penso ad Andrea mi vengono in mente le parole “vita” e “voglia di vivere” – ha detto Conte, annunciando l’intitolazione a Gallo della stanza dedicata alle donne vittime di violenza all’interno del Comando –. Questo ci ha insegnato il Comandante Gallo, l’amico Andrea: che la vita è un dono prezioso e che dobbiamo goderne ogni giorno, lottando per custodirla.
Ci ha messo passione, coraggio, professionalità, sensibilità, amore per i corpi di Polizia locale che ha rappresentato, per le comunità che ha servito. E tante volte ha ritenuto di scolpire tutto questo anche nel suo saluto”.

Al termine del funerale, Conte ha letto la lettera che le donne e gli uomini della Polizia Locale hanno dedicato al loro comandante:
“Caro Comandante,
a nome del Comando della Polizia Locale, riteniamo che la parola “grazie” sia solo un piccolo tributo rispetto a ciò che lei ha rappresentato per tutti noi.
Nel 2019, con il suo arrivo a Treviso, ha portato con sé un vento di rinnovamento, ispirandoci a diventare un corpo di Polizia Locale sempre più vicino alla sua essenza: un modello di professionalità, dedizione e integrità.
Ha incarnato l’immagine di un comandante attento alle esigenze della città, determinato a difendere i valori in cui credeva con passione e impegno, sempre al servizio della comunità e delle donne e degli uomini che ogni giorno svolgono questa professione. Non ci sono parole sufficienti per esprimere quanto profondamente lei credesse nella nostra uniforme. Era convinto del ruolo fondamentale della Polizia locale e ha lottato con tutte le sue forze affinché questa consapevolezza si radicasse in tutti noi.
Non c’è miglior maestro che l’esempio. Da lei abbiamo imparato lezioni preziose e oggi le promettiamo che continueremo a percorrere il cammino che ci ha indicato, affrontando le nuove sfide con la stessa energia e determinazione che ci ha sempre trasmesso.
Comandante, ci permettiamo di rivolgerle un’ultima richiesta: continui a vegliare su di noi, così come ha sempre fatto, con la stessa guida sicura e il medesimo spirito di protezione che ci ha accompagnato in tutti questi anni”.
(Autore: Simone Masetto)
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