Lavoratori “in nero” o in quota senza protezioni: i Carabinieri del NIL sospendono 7 attività

Lavoratori in nero, operai in quota senza parapetti, attività senza documento di valutazione dei rischi: ecco le nuove scoperte del NIL (Nucleo Ispettorato del Lavoro) in riferimento alle indagini nella provincia di Treviso.

Un’attività di prevenzione e repressione che è aumentata del 30% nel 2023 rispetto agli anni precedenti, con 202 aziende visitate, un incremento conseguito anche ai gravi casi di infortunio sul lavoro avvenuti di recente. Sono state 16 le attività inadempienti sorprese in questi ultimi giorni dal NIL, sette delle quali sono state sospese.

Due di queste attività redarguite sono imprese edili di Casale sul Sile, impegnate in lavorazioni in quota: la prima non aveva predisposto un parapetto di sicurezza, l’altra non aveva compilato il Piano Operativo di Sicurezza, un dispositivo necessario per qualsiasi cantiere simile. La terza, sempre operante nel settore edile, si trova a Vedelago: anche in questo caso i lavoratori stavano operando sul tetto di un edificio senza alcun sistema di protezione idoneo e senza Piano operativo di Sicurezza.

A Ponte di Piave, in un’azienda operante nella potatura e rilegatura delle viti, un controllo ha svelato la presenza di tre lavoratori extracomunitari in nero, due dei quali erano anche irregolari sul territorio nazionale. Altri due lavoratori in nero sono stati accertati all’interno di una pizzeria d’asporto a Mogliano Veneto. A Motta di Livenza un’altra attività è stata sospesa per non aver redatto il Documento di Valutazione dei Rischi. Per la stessa inadempienza è stato sanzionato un centro massaggi a Montebelluna

“I recenti risultati operativi evidenziano la continuità dell’impegno che il comparto di specialità dell’Arma dei Carabinieri in materia giuslavoristica ha profuso su tutto il territorio della provincia trevigiana – spiegano dal Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Venezia e dal Comando provinciale di Treviso -. Complessivamente, nel 2023 sono state contestante ammende e sanzioni amministrative per oltre 2,2 milioni di euro”.

(Foto: Carabinieri Treviso).
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