Le ferie non si sostituiscono con la cassa integrazione: la Cassazione dà ragione ai lavoratori della Electrolux, condannata a pagare le spese

Non si sostituisce la cassa integrazione con le ferie, che sono un diritto insopprimibile dei lavoratori. Dopo 12 anni, e attraverso tutti i gradi di giudizio, quindi senza ombre di dubbio di sorta, le Rsu e gli operai della Electrolux di Susegana hanno ottenuto una vittoria storica, che fa giurisprudenza nei rapporti di lavoro, e nella difesa dei diritti che poi sono di tutti.

La Corte Suprema di Cassazione infatti ha respinto il ricorso della multinazionale sull’uso delle ferie dei lavoratori in sostituzione della cassa integrazione e l’ha condannata al pagamento delle spese.

La vicenda parte da lontano, siamo ancora nel 2010, quando emerge su segnalazione delle Rsu aziendali che gli operai avrebbero subito – cosa poi accertata – una sottrazione di giornate di ferie usate dall’azienda al posto della cassa integrazione, atto come ricorda il delegato e promotore all’epoca Augustin Breda “avvenuto con decisione unilaterale dell’impresa“.

Un fatto messo in atto dalla direzione aziendale e che fu subito ritenuto dagli operai lesivo al punto che fu promossa dalle Rsu unitarie con il mandato di un centinaio di lavoratori “vittime” della sottrazione delle ferie, una causa di lavoro al Tribunale di Pordenone.

Difesi dagli avvocati Giacomo Summa (Roma), Martabarbara Gasparini e Sandro Capuzzo (Padova), chiamati dalla stessa Rappresentanza sindacale aziendale, i lavoratori ricorrenti avevano già vinto in primo grado nel Tribunale di Pordenone (sede di Electrolux) e in Corte d’appello a Trieste, “Nonostante – spiega Breda –  l’azione sia stata vista a suo tempo con un certo scetticismo dalle Segreterie sindacali Fim Fiom Uilm territoriali, che immaginavano come legittima l’azione dell’azienda”. 

In realtà come si è visto la pratica dell’uso flessibile delle ferie a discrezione dell’impresa, ancora pare molto diffusa nelle imprese, per i ricorrenti ha svilito la ragione e i principi su cui poggia la normativa costituzionale e legislativa delle ferie che, e la conferma arriva dalla Cassazione, è “il ristoro psicofisico del lavoratore…che deve avvenire con la necessaria programmazione e tenendo conto degli interessi del lavoratore”. 

Electrolux dopo i primi due gradi ritenendo comunque lesi i propri diritti ha voluto ricorrere in Cassazione, ma con l’ordinanza 24977/2022 del 19 agosto scorso l’alta Corte ha confermato  le pronunce precedenti, respingendo nel merito tutti e sei i motivi del ricorso presentati dagli avvocati di Electrolux: “Si conferma – si legge – che le ferie non sono un istituto contrattuale di flessibilità dell’impresa, ma un diritto del lavoratore tutelato costituzionalmente con vincoli e finalità non derogabili, a partire dalla programmabilità, la funzione del recupero psicofisico e la necessaria individuale conoscenza degli interessati dei periodi di fruizione, tenuto conto dei loro desideri”.

Questo è stato stabilito a Treviso ma sarà valido ovviamente per tutto il territorio nazionale, e si costituisce un precedente di indirizzo per tutti i tribunali. “È necessario impedire – conclude Breda – che pratiche diffuse come quella attuata in quel tempo da Electrolux siano permesse e facilitate, partendo dal fatto che certi diritti non possono essere merce di scambio”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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