Non si è fatta attendere la risposta del mondo delle attività produttive trevigiane che nella sera di lunedì 26 ottobre, hanno invaso pacificamente Piazza dei Signori a Treviso per manifestare la loro contrarietà alle restrizioni previste dall’ultimo Dpcm governativo.
I provvedimenti presi del governo Conte per arginare l’impennata di contagi da Covid-19 non hanno convinto gli imprenditori veneti e trevigiani che si sentono doppiamente danneggiati dopo gli investimenti fatti per rispondere efficacemente alle sfide imposte dall’emergenza sanitaria.
Moltissimi i titolari di palestre, ristoranti, bar, piscine, spettacoli viaggianti, agenzie di viaggio, discoteche e locali di intrattenimento che hanno sentito il “richiamo della piazza” per esprimere a gran voce il loro disagio.
Gli sforzi sostenuti per adeguare i locali e le varie attività alle norme per il contrasto al Coronavirus non sono bastati e anche chi ha rispettato le regole in modo rigoroso si sente additato come un untore e sarà costretto a veder rivoluzionato il proprio lavoro senza poter immaginare una luce in fondo al tunnel della crisi economica provocata dal Covid.
Una protesta pacifica e dignitosa da parte dei manifestanti che hanno indossato la mascherina come forma di protezione dal virus ma anche per evitare che il problema si spostasse sulla loro condotta poco attenta alle regole anti-contagio.
La richiesta principale rivolta al governo è stata quella di rivedere alcuni dettagli dell’ultimo Dpcm, come lo stop all’attività di piscine e palestre oltre alla chiusura di bar e ristoranti alle ore 18, per evitare che l’emergenza sanitaria si trasformi in un’emergenza economica dalla quale sarà difficile uscire.
Per molti manifestanti, infatti, un mese di restrizioni, divieti e limitazioni porterebbe alla chiusura definitiva di tante attività commerciali che hanno provato a rialzarsi dopo la batosta del primo lockdown e che ora rischiano il tracollo.
Tra la gente presente in Piazza dei Signori nessuno ha messo in discussione la necessità di dare una risposta forte rispetto all’aumento dei positivi al Covid delle ultime settimane ma questa risposta, secondo i manifestanti, non può passare ancora una volta dall’impossibilità di svolgere il proprio lavoro nel rispetto delle regole.
Diversi gli imprenditori e gli amministratori pubblici, oltre ad alcune associazioni di categoria, dell’Alta Marca Trevigiana che hanno raggiunto Treviso per sostenere le persone che hanno partecipato alla manifestazione promossa da “Treviso Imprese Unite” con inviti e messaggi social che hanno permesso di radunare migliaia di manifestanti.
Presenti i sindaci di Treviso, Vittorio Veneto, Conegliano, Cordignano, Tarzo e di molti altri Comuni trevigiani oltre all’onorevole Gianantonio Da Re e al parlamentare Raffaele Baratto, senza dimenticare realtà come Conegliano In Cima, alcuni agricoltori di Valdobbiadene e le agenzie di viaggio di Montebelluna.
Analizzando le parole delle persone intervenute durante la manifestazione sembra che l’appuntamento di questa sera sia solo il primo di una serie di altre iniziative che si genereranno a macchia di leopardo per spingere il governo a rivedere quanto deciso per evitare il fallimento delle imprese e, di conseguenza, dell’intero Paese che si basa sul loro prezioso lavoro.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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