“Si chiude meno peggio del previsto il bilancio sul mercato del lavoro per il 2022, considerati gli scenari che abbiamo attorno – commenta il presidente della Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti Mario Pozza. Il mio invito ai giovani, anche nel ruolo di presidente di Assocamerestero, è di guardare alle eccellenze delle nostre imprese in Veneto e delle grandi opportunità che offrono in tutti gli ambiti lavorativi. La vocazione all’export forma in Veneto professionalità riconosciute a livello internazionale”.
“Qui a seguire i dati reali di Veneto Lavoro relativi ai primi 11 mesi e le previsioni che ricaviamo dal nostro sistema Unioncamere-Excelsior per l’ultimo scorcio d’anno – spiega Pozza. La domanda di lavoro, finora c’è stata, anche superiore rispetto al 2019, al periodo pre-pandemia. E vediamo da Excelsior che riparte in particolare la domanda di lavoro legata al turismo, soprattutto a Belluno, ma anche in parte a Treviso”.
“Maggiori timori si addensano nei primi mesi del 2023: chiesti alle imprese i loro programmi di assunzione fino a febbraio 2023, l’indagine Excelsior fa emergere un possibile rallentamento della domanda di lavoro nell’industria. A Belluno lo scarto potrebbe essere contenuto, rispetto alle prospettive di un anno fa; ma a Treviso le minori entrate previste vengono stimate attorno alle 6.000 unità, di cui quasi 4.800 nell’industria. – precisa – Restano irrisolti i nodi legati alla difficoltà di reperimento di certe figure, su cui il nostro Ente camerale sta facendo il possibile per mitigarla: ad esempio favorendo l’inserimento occupazionale di giovani neo-diplomati o neo-laureati nelle nostre imprese, co-finanziando il tirocinio; oppure mettendo a disposizione delle borse di studio per frequentare i percorsi ITS attivati nelle nostre province, che sfornano i tecnici di cui le nostre imprese hanno bisogno”.
“Citiamo anche i dati di Veneto Lavoro – conclude Pozza – perché non solo ci permettono di integrare le previsioni Excelsior con gli andamenti reali del mercato del lavoro, ma perché la loro disamina per contratti continua ad evidenziare come si stia ampliando il bacino occupazionale dei tempi indeterminati (+37.200 a livello regionale tra gennaio e novembre 2022) attraverso la stabilizzazione di personale in apprendistato o a tempo determinato. Una risposta importante delle nostre imprese, che in questi tempi complessi non si fanno sfuggire risorse, una volta saggiate le loro competenze”.
“I giovani italiani occupati nelle imprese italiane, soprattutto venete, fortemente vocate all’export – evidenzia il Presidente di Tecnica Group Alberto Zanatta – sono fondamentali ponti per favorire l’internazionalizzazione delle imprese e favorire l’economia italiana, rafforzando la leva dell’innovazione. I mercati internazionali guardano al Made in Italy consapevoli che il valore sta nelle risorse umane che lo rendono unico”.
Combinando i dati reali di Veneto Lavoro sull’occupazione, disponibili fino al mese di novembre 2022 e i programmi di assunzione delle imprese private per il mese di dicembre, sulla base del consueto monitoraggio effettuato tramite l’indagine Excelsior-Unioncamere, si può tranquillamente affermare che il 2022 si andrà a chiudere con una sostanziale tenuta del mercato del lavoro, nonostante gli scenari avversi attorno.
In Veneto – secondo quanto si può leggere nell’ultimo numero della “Bussola” pubblicato da Veneto Lavoro (dicembre 2022) – “nei primi undici mesi del 2022 il saldo tra assunzioni e cessazioni si conferma un po’ inferiore se paragonato al 2021 ma migliore rispetto al 2019: tra gennaio e novembre si contano +42.400 posizioni di lavoro, erano +38.900 prima della pandemia. Il numero delle assunzioni supera quello degli anni precedenti; i 582.200 contratti stipulati negli undici mesi superano del +15% quelli dell’anno prima”.
Anche in provincia di Treviso il saldo occupazionale presenta il medesimo andamento: nei primi 11 mesi del 2022 si contano +6.580 posizioni di lavoro, un saldo inferiore a quello del 2021 +7.980, ma migliore rispetto al 2019. Non manca la domanda: nel periodo considerato le assunzioni nella Marca trevigiana sono state 82.600, contro le 75.100 circa dell’anno scorso e le 77.000 circa nel 2019. Domanda che si proietta anche nel mese di dicembre, secondo quanto rileva Excelsior, periodo nel quale le imprese prevedono altre 4.500 assunzioni, un dato abbastanza in linea con le previsioni dello scorso anno (la differenza è di -930 assunzioni). Un rallentamento significativo della domanda di lavoro a Treviso semmai potrebbe riguardare i primi mesi del 2023: le entrate previste dalle imprese per il trimestre dic22-feb23 ammontano a 20.380, quasi 6.000 in meno rispetto alle previsioni raccolte lo scorso anno per il medesimo orizzonte temporale.
In provincia di Belluno, territorio a forte vocazione turistica, i saldi occupazionali calcolati in questo periodo dell’anno fanno poco testo, perché scontano di due fattori: la chiusura della stagione estiva e la non ancora ripartita stagione invernale; l’assenza di un termine di paragone solido, considerato come la pandemia ha perturbato l’andamento del turismo negli ultimi due anni. E’ preferibile guardare alle assunzioni reali – ci riferiamo sempre ai dati di Veneto Lavoro – che nei primi 11 mesi del 2022 sono state 21.300, nettamente superiori sia all’anno precedente, sia alla situazione pre-pandemica. Una ripartenza del mercato del lavoro bellunese che proseguirà anche nei prossimi mesi: in dicembre sono previste circa 3.300 entrate (+300 rispetto alle indicazioni a suo tempo raccolte per il dicembre 2021); mentre nel trimestre dic22-feb23 sono previste quasi 7.000 entrate, con uno scarto irrilevante (-90) rispetto alle previsioni di un anno fa, che tuttavia sembra celare un trend divergente della domanda di lavoro fra industria e servizi.
La ripartenza della domanda di lavoro a Belluno è sostenuta, come facile attendersi, dall’industria del turismo: questo settore, infatti, polarizza oltre la metà delle entrate previste per il mese di dicembre, in prevalenza cuochi e camerieri, ma anche addetti all’accoglienza della clientela. Per cuochi e camerieri la difficoltà di reperimento supera il 65% delle richieste, a causa in particolare della mancanza di candidati. Un tema annoso, che – in particolare dopo la pandemia – sembra correlato alla programmazione delle imprese, a con quanto anticipo definiscono i piani di assunzione: cosa non facile visto il periodo, con costi energetici che dissuadono dall’immaginare aperture prolungate degli esercizi, al di fuori dei picchi stagionali.
Nelle previsioni di assunzione che guardano fino a febbraio 2023, ricopre un peso significativo anche l’industria meccanica, che polarizza quasi il 20% delle entrate previste nel periodo considerato.
A Treviso i settori che sostengono la domanda, nel mese di dicembre, sono il commercio, i servizi di alloggio e ristorazione, l’industria meccanica, i servizi alle persone e l’industria del legno-arredo. Oltre il 43% delle richieste riguarda operai specializzati, in particolare nella meccanica (750 entrate previste), nell’edilizia (240), nel legno arredo (230), nell’industria alimentare (160), nel sistema moda (150). Sostenuta anche nella Marca, considerato il periodo natalizio, la domanda di cuochi, camerieri, commessi e addetti all’accoglienza, per un totale di 720 entrate previste. Nell’ambito delle professioni tecniche sono 920 le entrate previste (il 20% del totale), in particolare tecnici in campo informatico ed ingegneristico, tecnici amministrativi e commerciali. La difficoltà di reperimento per queste figure supera il 60% (6 richieste su 10 rischiano di restare inevase non solo per carenza di candidati, ma anche per disallineamenti nelle competenze possedute dai candidati).
(Foto: Unioncamere).
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