Non parla di svolta nelle indagini il procuratore di Treviso Marco Martani, ma è indubbio che l’iscrizione (a piede libero) nel registro degli indagati di Franco Battaggia, 76enne ed ex datore di lavoro di Anica Panfile, è una tappa importante nelle indagini sull’omicidio della donna, trovata priva di vita nel greto del fiume Piave. L’ipotesi di reato resta quella di omicidio volontario.
Questa mattina i Carabinieri si sono recati ad Arcade a casa di Battaggia e hanno posto sotto sequestro, dopo una prima perquisizione, l’abitazione e le macchine dell’uomo. Il tutto verrà analizzato sia dalla Scientifica che dai Ris di Parma “per verificare se in uno di quei luoghi sia avvenuta l’aggressione ad Anica e se su uno di quei veicoli sia stato trasportato il suo cadavere” spiega Martani.
Ai Ris di Parma e alla sezione specializzata della polizia scientifica dei Carabinieri di Treviso verranno affidati degli accertamenti tecnici irripetibili che serviranno a identificare tracce del passaggio di Anica e di una eventuale aggressione.
Le indagini sembrano dunque concentrarsi su Battaggia, ma nessuna altra pista viene abbandonata del tutto. “Questo passaggio è indirizzato a verificare l’ipotesi che il delitto sia avvenuto nell’abitazione di proprietà dell’ex datore di lavoro di Anica. Ma questo al momento non ci fa escludere in maniera categorica altre ipotesi su cui stiamo comunque al momento lavorando” continua il procuratore.
È lo stesso Martani a confermare che il campo delle indagini si sta comunque restringendo rispetto ai giorni successivi il ritrovamento del corpo della donna: “Questa è un’ipotesi che ora cerchiamo di verificare con l’utilizzo dello strumento della perquisizione e del sequestro finalizzato agli accertamenti tecnici che verranno compiuti nei prossimi giorni – conclude Martani –, con tutte le garanzie previste dalla legge come la presenza dei legali e dei consulenti tecnici delle parti interessate”.
(Foto: Carabinieri Treviso).
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