L’ex macello di via Castello d’Amore diventa comunità alloggio per senza fissa dimora con 56 posti letto e mensa solidale. Uno studentato all’ex Eca

Il Comune di Treviso concentrerà in un unico polo l’accoglienza e l’assistenza dirette alle persone con problemi di grave marginalità sociale, riqualificando lo stabile in disuso dell’ex macello comunale, in via Castello d’Amore, accanto al parcheggio dell’ex Foro boario e al comando della Polizia locale.

Il futuro assetto della comunità alloggio e del centro diurno per le persone senza fissa dimora consentirà di “liberare” i due immobili di proprietà comunale oggi adibiti a questo scopo: l’ex Eca nel complesso di Palazzo Moretti (Piazza Pio X), e il dormitorio di via Pasubio a Santa Maria del Sile.

Una volta “svuotati”, i due edifici saranno riconvertiti, sempre a favore della comunità cittadina: l’ex Eca diverrà uno studentato, con appartamenti e servizio di lavanderia per ospitare gli studenti universitari che arriveranno a Treviso con il nuovo polo universitario previsto all’ex Turazza; la scuola dismessa di via Pasubio assumerà la funzione di centro polivalente, a disposizione del quartiere di Santa Maria del Sile e delle associazioni che vi operano.

Ad illustrare la nuova destinazione sociale dell’ex macello, nell’incontro svoltosi oggi in municipio a Treviso, sono stati il sindaco Mario Conte e i due assessori che stanno seguendo il progetto: Sandro Zampese, per la parte concernente i lavori pubblici e il recupero del patrimonio immobiliare, e Gloria Tessarolo, referente del settore servizi sociali, che ha messo a punto il contesto protetto ed inclusivo in cui le persone in difficoltà potranno trovare un’occasione di riscatto personale e di reinserimento.

“Si tratta di un progetto in gestazione da tempo, avviato anni fa da un’altra giunta ma portato avanti da questa amministrazione. Abbiamo pensato, però, di lavorare su una struttura diversa rispetto a quella prevista inizialmente, e di migliorare il tipo di servizi sociali che ci vengono richiesti oggi anche dal Pnrr”, ha spiegato Tessarolo. Infatti, l’amministrazione Manildo aveva indicato Villa Capuzzo quale futuro polo di co-housing sociale con 8 posti letto, utilizzando un fondo comunitario di 600 mila euro da investire nelle riqualificazioni edilizie destinate a scopi sociali.

Invece la giunta Conte, reperiti anche maggiori finanziamenti per un totale di 3,3 milioni di euro, ha accantonato la poco adatta Villa Capuzzo ed ha puntato l’attenzione sull’ex macello. “Qui verranno seguite persone che vivono prevalentemente per strada, anche donne, la cui presenza tra i senza fissa dimora si sta facendo consistente, cittadini che stanno attraversando un momento di difficoltà per motivi familiari ed economici o soggetti dalla fragilità “multipla”, legata a problemi di dipendenza o al precario stato di salute” ha sottolineato Tessarolo.

“Noi abbiamo scelto un sito vicino ai Vigili urbani, in modo da tenere sotto controllo la struttura 24 ore su 24, per recuperare anche un edificio in stato di semiabbandono, che altrimenti sarebbe andato in rovina” ha annotato Zampese nell’illustrare i lavori eseguiti in due stralci.

L’ex macello, dalle ampie volumetrie, è facilmente raggiungibile a piedi, con i mezzi pubblici, in auto o in bicicletta. Con un investimento di un milione e 770 mila euro, a cui si sommano 241 mila euro derivati dal recente Decreto Aiuti (relativi alla revisione dei prezzi necessaria per completare i lavori), sarà realizzato il primo stralcio con gli alloggi completi di servizi igienici, in cui sarà trasferita l’utenza senza fissa dimora oggi ospite dell’ex Eca. Si aggiungono i nuovi posti letto per le donne, allestiti in locali separati, o in cui accogliere “clochard” che necessitano di un ambiente più tutelato (in fase di post ospedalizzazione). Qui gli assistiti seguiranno un programma di recupero e reinserimento sociale, per lasciare il centro dopo tre anni di permanenza. Vi troverà spazio la mensa della solidarietà (29 posti), attiva sette giorni su sette a pranzo. La struttura dovrebbe essere pronta entro il giugno 2023.

Con il secondo stralcio (apertura del cantiere tra il maggio-giugno 2023 e fine lavori nel settembre 2024, costo 1,3 milioni di euro da fondi del Pnrr), il capannone dell’ex macello sarà trasformato in un centro diurno e adibito ad alloggio per le emergenze notturne, in modo da sostituire il dormitorio di via Pasubio. Verrà composto da 4 camerate con più posti letto e servizi igienici. Inoltre saranno realizzati spazi polivalenti di aggregazione sociale, laboratori diurni (pensati anche per riattivare le capacità manuali degli ospiti), un’area cucina, la lavanderia e gli spogliatoi. In totale all’ex macello saranno creati 56 posti a disposizione di chi non ha una casa, una famiglia o un altro punto d’appoggio.

“Con il riuso sociale dell’ex macello, nato da finanziamenti generati da due fonti diverse, si va oltre la politica dell’accoglienza intesa come mera ospitalità – è il commento del sindaco Mario Conte -. Creiamo un percorso di reinserimento; con la collaborazione dell’Ulss possiamo anche garantire un’assistenza sanitaria adeguata a chi si trova ad avere problemi di salute, oltre alla marginalità sociale. Il nostro obiettivo è che questi spazi possano aiutare queste persone a rimettersi in piedi”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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