L’onorevole Raffaele Baratto (nella foto), dopo le misure annunciate dal Governo nella nuova manovra, si scaglia contro la decisione del limite di 1000 euro per il pagamento in contanti: una manovra che, secondo il parlamentare pederobbese, penalizzerà i consumi e affosserà il commercio.
Un limite molto più basso di quello vigente a 3 mila euro, che passerà in pochi anni (2022) a 1000 grazie al recente decreto fiscale, approvato lo scorso 15 ottobre 2019 dal Governo.
Verrà abbassata nuovamente la soglia per le spese in contanti, coerentemente a quanto promesso dagli esponenti del Governo nelle dichiarazioni che hanno accompagnato i lavori preparatori alla manovra.
Un forte contrasto all’evasione fiscale che, nelle intenzioni del Governo, passa per i pagamenti tracciati e per l’eliminazione del contante, con l’obiettivo di reperire risorse, stimate in 7 miliardi, provenienti proprio da maggiori entrate di riscossione.
“Si tratta di misure che deprimeranno l’economia reale – ha affermato l’onorevole Baratto – quella dei centri storici, degli artigiani e dei professionisti, già ampiamente in difficoltà. Anche questo Governo, come altri in passato, è caduto nell’errore di equiparare contanti ad evasione. Si tratta di un clamoroso abbaglio e una posizione che non tiene conto della tradizione e delle consuetudini degli italiani, ampiamente radicate specialmente in un territorio come quello veneto”.
“Una recente indagine della Bce – prosegue Baratto – ha riscontrato come 6 italiani su 7 dichiarino di preferire per le loro transazioni il contante. Ciò dimostra che i contanti sono stati e rimangono il simbolo principale dello sviluppo economico di determinate aree del paese, come il trevigiano. La politica fiscale negli ultimi vent’anni sul contante, peraltro, è stata ondivaga tanto che si contano 10 provvedimenti che variamente hanno aumentato o diminuito, anche sensibilmente, la soglia di utilizzo del contante, ingenerando un’incertezza che ha, inevitabilmente, depresso i consumi. Nel 2001 la soglia di utilizzo dei contati era a 12.500 euro e la crescita in quell’anno fu vicina al 2% del Pil, oggi non raggiunge il mezzo punto.”
“Non vale – conclude il parlamentare pederobbese – in questo caso sostenere che l’Italia non sia al passo con gli altri paesi europei. Se guardiamo a quello che fanno i partner del continente, soltanto 12 paesi hanno previsto un tetto per i contanti. In Germania, per esempio, non esiste un tetto. Una mossa pensata quindi per fare cassa. È indubbio che questo Governo, come il precedente, abbia una politica fiscale aggressiva, che penalizza le imprese e le partite iva attraverso misure draconiane. Prima la fattura elettronica, oggi l’abbassamento del limite d’uso dei contanti. Si tratta di misure che necessiterebbero di gradualità, incidendo direttamente sugli stili di vita dei consumatori. Introdurle sulla base della presunzione che chi possiede una partita iva è un evasore a prescindere, rappresenta una discriminazione a cui oramai i Governi degli ultimi anni ci hanno abituato e i cui risultati nefasti sono ben rappresentati da un Italia a crescita zero”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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