Assindustria Venetocentro ha realizzato un sondaggio tra le imprese associate per rilevare lo stato dell’arte a 15 giorni dall’introduzione dell’obbligo di Green pass in azienda.
Dall’indagine, realizzata per via telematica su un campione rappresentativo di 470 imprese segmentate per dimensione per un totale di 35.998 addetti, emerge che in media oltre il 96% dei dipendenti è in possesso della certificazione verde e solo il 3,7% è ancora sprovvisto di Green pass (1.336 dipendenti del campione).
“Prova Green Pass superata – ha sottolineato il presidente di Assindustria Venetocentro, Leopoldo Destro (in foto) – nonostante le prime preoccupazioni, le persone hanno dimostrato in questo momento così complesso per il Paese e per l’economia mondiale un grande senso civico e di responsabilità. La campagna vaccinale che il Governo e la Regione hanno messo in campo è stata efficace e le imprese, che da subito si sono impegnate per affrontare la pandemia, hanno saputo far fronte anche allo stress test dell’introduzione dell’obbligo di Green pass”.
“Dialogo, senso civico, informazione e capacità organizzativa sono state le chiavi per superare anche questa prova; l’invito che rivolgo ai colleghi e a tutti i cittadini però è quello di non abbassare la guardia, continuiamo a fare attenzione e proseguiamo con la campagna vaccinale perché il 2022 sia davvero l’anno in cui ci saremo messi la pandemia alle spalle.”
Relativamente alle modalità di controllo adottate, il 70,9% delle aziende intervistate ha effettuato verifiche sulla totalità dei lavoratori, il 37,4% a campione superando la soglia minima richiesta dalla normativa. Per il 74,2% delle aziende, il controllo del Green pass è avvenuto al momento di accesso nei luoghi di lavoro, per il 36,4% durante l’orario di lavoro (molte aziende alternano controlli all’ingresso con controlli durante l’orario di attività).
Contenuta anche la soglia di assenteismo: alla domanda “rispetto alle due settimane precedenti l’introduzione del Green pass, ci sono stati più o meno dipendenti assenteisti?”, il campione risponde che quasi l’80% non rileva variazioni significative, il 19,8% segnala un incremento e il 1,7% un decremento.
Il 91,5% delle aziende intervistate ha sostenuto oneri aggiuntivi per fare fronte all’obbligatorietà della certificazione e ai controlli richiesti dalla legge: si tratta nel dettaglio di costi per la realizzazione di materiale illustrativo per il 68,9%, organizzazione di incontri informativi interni (65,3%), personale incaricato dei controlli (63,2%), acquisto di strumenti di rilevazione (26,6%), oltre alle piattaforme messe a disposizione dal Governo. E, in misura assai più contenuta, ritardi nell’ingresso ai turni (16,8%).
I tre quarti del campione (74%) hanno registrato alcune ricadute operative: il 44,9% ha effettuato una generale riorganizzazione interna, il 29% ha dovuto gestire situazioni di conflitto interne e il 23,2% la necessità di sostituire i lavoratori sospesi. Più contenute le percentuali di coloro che hanno registrato interruzione temporanea del lavoro in alcuni reparti (12,6%) o riduzione/cancellazione di turni di lavoro (10,1%).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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