L’industria chiude il 2023 in forte rallentamento: “In calo la maggior parte dei settori”

L’industria chiude il 2023 in forte rallentamento

“I risultati dell’indagine congiunturale condotta sul consueto campione di imprese manifatturiere venete, trevigiane e bellunesi, ci restituisce anche per il quarto trimestre 2023 una situazione che possiamo ricondurre ancora ad una fase di rallentamento, in parte anche effetto dei diversi shock ravvicinati vissuti dall’economia nel recente passato” commenta il presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, Mario Pozza.

“Per usare una metafora possiamo dire che l’industria manifatturiera regionale (e provinciale) sta viaggiando con il freno a mano tirato, in cerca di una strada per la normalizzazione – riflette Pozza -. Però, inutile girarci attorno, intanto per Treviso e per Belluno dobbiamo incassare indicatori tutti in negativo nel confronto con lo scorso anno. La produzione flette del -5,4% a Treviso e del -6% a Belluno. Prima causa: la debolezza della domanda internazionale. Infatti, la raccolta ordini dell’estero risulta in flessione del -6,7% a Treviso e del -5,8% a Belluno, sempre rispetto allo scorso anno. Non va meglio per gli ordini nazionali, in riduzione sul quarto trimestre 2022 del -3,1% a Treviso e del -3,8% a Belluno”.

Fa eccezione l’occhialeria che, rispetto allo scorso anno, vede in crescita i livelli produttivi (+1,8%), soprattutto grazie alla domanda estera. Tiene anche la produzione (stabile su base annua) di macchinari e prodotti agroalimentari.

“Questo il quadro che emerge al primo sguardo dall’indagine congiunturale – prosegue il presidente -. Ma gli analisti avvisano che dobbiamo lèggere questi dati in maniera ponderata, riconducendoli al graduale processo di normalizzazione delle catene globali del valore, dopo la ripartenza post-Covid, e agli sforzi fin qui fatti per contenere l’inflazione, e le speculazioni sui prezzi. È un processo che è condizionato inevitabilmente anche dalla debolezza di alcuni importanti partner economici come la Germania (verso cui è diretto quasi il 14% delle esportazioni regionali e che rappresenta il primo mercato per l’export) e dalle tensioni internazionali che si sono aperte su più fronti (conflitti Russia-Ucraina, Gaza-Israele e la conseguente difficoltà di navigazione nel Canale di Suez)”.

“Le previsioni per il trimestre successivo sono ancora nel segno dell’incertezza, con quote di giudizi previsivi di aumento che per molti indicatori si equivalgono a quelli di stabilità. La speranza è di aver raggiunto il punto di minimo, anche se l’inversione di tendenza sarà probabilmente graduale e differenziata in base ai settori. Conteranno molto, in questa fase, le decisioni delle banche centrali. Ma – commenta Pozza – trovo pienamente condivisibile l’avvertimento del nostro Governatore Panetta, che di fatto si domanda se non sia giunto il momento di cambiare indirizzo alle politiche monetarie”.

“Invitiamo più volte le imprese – continua Pozza – ad affrontare questi scenari di incertezza facendo investimenti: sulla digitalizzazione, sulla diversificazione dei mercati, sulla sostenibilità. Ma una politica monetaria restrittiva non aiuta. Come sistema camerale, e anche come Assocamerestero di cui sono presidente, siamo impegnati a supportare le imprese in questi processi di cambiamento, ma serve che cambi il clima di fondo, serve che l’Europa, come ben sottolinea Panetta, non arrivi troppo tardi al taglio dei tassi, quando ormai i danni potrebbero essere maggiori dei vantaggi”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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