L’espressione “lager” rimanda subito a una delle pagine più drammatiche della storia del Novecento che ha colpito nel cuore anche il territorio trevigiano.
Grazie all’intensa attività di ricerca portata avanti da Istresco – Istituto della Storia della Resistenza e della società Contemporanea della Marca Trevigiana – la Caserma Cadorin oggi, 8 settembre, si è offerta come luogo di memoria ritrovata, ospitando la commemorazione dell’80esimo anniversario dalla chiusura del campo di internamento che fra il 1942 e il 1943 trovò spazio proprio nella caserma, oggi sede del 33° Reggimento EW (Electronic Warfare) di Treviso.
Alla cerimonia hanno partecipato anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Prefetto di Treviso Angelo Sidoti, il sindaco Mario Conte e le autorità civili e militari trevigiane. Per l’occasione la caserma ha aperto le porte alla cittadinanza per una visita.
Nella sala conferenze allestita all’interno della struttura il comandante del 33° Reggimento EW, Colonnello Marco Bollici, ha illustrato al pubblico la storia del reparto dalla sua costituzione a oggi, passando poi la parola alla professoressa Francesca Meneghetti che ha ripercorso gli avvenimenti drammatici del campo di internamento di Monigo, dal quartiere in cui sorge la caserma, fino alla sua chiusura l’8 settembre 1943 a seguito dell’armistizio firmato dall’Italia con le truppe alleate.
Il campo di internamento – l’unico ancora visitabile nel nord Italia – fra il ’42 e il ’43 ospitò oltre ventimila prigionieri civili, fra cui molti bambini, in prevalenza croati e sloveni perlopiù sospettati di essere sostenitori dei partigiani titini durante l’occupazione fascista. Attingendo dall’ampio archivio storico di lstresco questa mattina sono state riportate alcune testimonianze di ex internati che hanno provato sulla propria pelle le sofferenze e le privazioni del lager.
All’armistizio seguì una fuga disperata degli ex prigionieri da un lato, e degli ufficiali nazi-fascisti dall’altro che di lì a poco avrebbero combattuto contro i partigiani fino alla liberazione il 25 aprile 1945.
“Non nascondo l’emozione nell’essere qui, nella mia città, a commemorare l’8 settembre – ha commentato il ministro Nordio dopo aver reso omaggio alla targa memoriale posta sulla parete esterna della caserma Cadorin – Quel giorno fu l’inizio della fine dal punto di vista militare, che diede il via ad una lunga e dolorosa operazione di liberazione. Non dobbiamo dimenticare il fondamentale contributo che allora diedero il neonato esercito italiano e di chi lottò fra le file della Resistenza contribuendo al riscatto finale dell’Italia dopo una guerra sciagurata”.
“Oggi siamo qui per riaffermare che Treviso non vuole dimenticare la sua storia, comprese le pagine più buie della nostra comunità. Nel campo di concentramento di Monigo hanno trovato la morte oltre 200 persone, 200 storie interrotte che non si potranno più raccontare. Sapere che nel 2023 nel mondo esistono ancora forme di oppressione e di violenza richiama ad una riflessione ancora più grande che ci deve vedere tutti i protagonisti anche attraverso questi momenti e per guardare ad un futuro all’insegna della pace. L’appello che faccio ai cittadini trevigiani é di venire a conoscere la storia di questa caserma, e che ancora in troppi ignorano”.
(Foto e video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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