Le Fiamme Gialle del Comando provinciale di Treviso, con il supporto di Spisal, Ispettorato del Lavoro, Arpav e Vigili del Fuoco, nonché con il contributo dei Comuni interessati, hanno eseguito quattro distinti controlli in altrettante aziende manifatturiere della Marca (tre del settore tessile e una operante nel packaging) con sedi tra Istrana, Quinto di Treviso, Roncade e Zero Branco.
In tre dei quattro laboratori controllati, rispettivamente di circa 400, 100 e 60 metri quadri, sono state accertate condizioni di assoluto degrado e pericolo, con l’impiego di due lavoratori clandestini, nonché ripetute violazioni delle norme in materia urbanistica e riguardanti la gestione dei rifiuti.
Irregolarità così gravi che hanno indotto i finanzieri a sequestrare d’urgenza i tre immobili (del valore complessivo di 300 mila euro), 33 macchinari e 37 banchi da lavoro (del valore di 50 mila euro); l’intera attività è stata poi convalidata dal Giudice per le Indagini preliminari.
Gli amministratori delle quattro imprese, di nazionalità straniera, che operavano sulla base di commesse ricevute da imprese locali, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Treviso, a vario titolo, per violazione delle norme volte a prevenire gli incendi e gli infortuni sui luoghi di lavoro, deposito incontrollato di rifiuti, esecuzione di opere edili abusive, impiego di manodopera clandestina.
In particolare, per quanto concerne la prevenzione degli incendi, le violazioni riscontrate hanno riguardato l’impraticabilità delle uscite di sicurezza, chiuse con vincoli permanenti. A queste si sono aggiunte svariate violazioni alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, tra cui le scarse condizioni igieniche.
Inoltre, in uno di questi laboratori, deputato alla produzione di imballaggi di carta, è stata accertata l’assenza dell’autorizzazione, da parte della provincia di Treviso, all’emissione di sostanze nocive e tossiche legate all’utilizzo di mastici e colle.
Per quanto concerne le violazioni in materia urbanistica, è emerso, grazie alla collaborazione fornita dagli uffici edilizia dei Comuni interessati, che uno dei due opifici tessili era allocato in un garage a Quinto di Treviso, mentre nell’altro, a Zero Branco, sono state rinvenute tre camere da letto abusive.
All’interno del laboratorio di packaging di Istrana è stata constatata la presenza di tre stanze da letto (realizzate senza alcuna autorizzazione) e una cucina. All’atto degli accessi sono stati identificati due lavoratori irregolari, entrambi privi del permesso di soggiorno, con denuncia del datore di lavoro per impiego di manodopera clandestina e immediato provvedimento di espulsione da parte della Questura.
Infine, l’approfondimento della posizione di uno dei due laboratori tessili in sequestro ha permesso di accertare che, nella sede della ditta sottoposta a controllo, dal 2013 già tre aziende avevano gestito il medesimo opificio senza però adempiere agli oneri fiscali (per oltre 500 mila euro).
Si tratta, secondo gli inquirenti, di un esempio lampante di imprese “apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’Amministrazione Finanziaria, trasferiscono personale e macchinari nella successiva azienda costituita ad hoc.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Guardia di Finanza)
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