Da James Brown ai Benetton: Luigino, 50 anni di “Moda Capelli” (e non finisce qui)

Dalle sue poltrone sono passati avvocati, ingegneri, industriali, musicisti e attori. Dalla famiglia Benetton a Tony Renis, dai Simply Red a James Brown, passando per Sabrina Salerno e l’attore e regista teatrale Glauco Mauri: personaggi famosi, ma anche tanti comuni cittadini, si sono affidati nel tempo alla “cura” della sue mani sapienti.

E ora che per Luigino Girotto, decano dei parrucchieri trevigiani, gli anni trascorsi nel suo salone di vicolo Avogari sono diventati cinquanta, è arrivato anche il riconoscimento del Comune, con una pergamena e una targa consegnate lunedì scorso al titolare direttamente dal sindaco Mario Conte.

Mezzo secolo di attività per “Girotto Moda Capelli” in quella che, come tiene a ribadire Luigino, 75 anni, “una volta era piazzetta degli sbirri… e io la chiamo ancora così”. Una dinastia di barbieri, la sua, cominciata con papà Narciso, che iniziò a lavorare come garzone in una bottega a soli 8 anni.

Più o meno l’età che aveva anche Luigino quando fu iniziato anche lui al mestiere. “Ero da Cadorin, all’angolo tra via Cadorna e piazza Vittoria – racconta – Eravamo alla fine degli anni ’50, un’altra Treviso, altri tempi”.

Un’importante svolta per lui e la sua famiglia, dove tutti i figli maschi (ben 7!) hanno seguito le orme del “capostipite”, arriva nel 1959: di fronte alla stazione ferroviaria, ricostruita dopo le devastazioni del bombardamento di Pasqua del 1944, c’era un albergo diurno. Il famoso “Al Diurno”, come lo chiamavano tutti. Dentro c’erano i servizi di barbiere e parrucchiere, con tanto di sauna e docce, la stireria per gli abiti, pedicure e manicure.

“Mio padre ne aveva ottenuto la gestione dal Comune e io proseguii a lavorare lì per una decina d’anni, completando ‘sul campo’ la mia formazione – prosegue nel racconto Girotto -. I clienti erano esigenti, imparai in fretta a capire come curare una barba, gli stili di taglio, come impostare un’acconciatura”.

Ma ormai i tempi erano maturi per proseguire il mestiere con le proprie gambe. Ed ecco che, dopo la parentesi della leva obbligatoria e altre due esperienze a Jesolo e Belluno, Luigino riesce a coronare il sogno di avere una bottega tutta sua. Apre, con il fratello Gianni, in borgo Cavour: “Ricordo ancora la commozione all’inaugurazione nel novembre del 1970… qualcosa che non potrò mai dimenticare”.

Ma, come si dice, l’appetito vien mangiando (in questo caso tagliando…): i fratelli Girotto si espandono e aprono una seconda bottega. Finché, nel 1974, si presenta l’occasione di riunire le due attività sotto un unico tetto: in vicolo Avogari, appunto, dove poi il salone è rimasto nei successivi 50 anni.

“Mai avrei immaginato, all’epoca, che quella bottega sarebbe devenuta la mia casa definitiva, addirittura per mezzo secolo – sottolinea Luigino -. Eppure eccomi qui, dopo cinque decenni, dietro allo stesso bancone, con la medesima voglia di quando ero ragazzo”.

Già, la passione: questo il vero “motore” che lo ha sempre spinto. Anche oggi che, a 75 anni, potrebbe tranquillamente restare a casa e godersi la pensione: “Ma non ci penso nemmeno! – si schermisce lui -. A casa non saprei cosa fare, qui invece mi sento attivo…è la mia vita!”.

In mezzo a questa lunga cavalcata, una sfilza di premi vinti in vari concorsi nazionali e internazionali di settore, quando (per una decina d’anni, dal 1981 al 1991) vestiva la “maglia azzurra dei parrucchieri”, o legati alla sua attività di istruttore per le accademie.

Come sono cambiati in tutti questi anni mestiere e clientela? “Beh, anzitutto oggi si lavora solo su appuntamento, mentre in passato non era così – spiega ancora Girotto -. Poi sono cambiati i costumi e la gente si cura molto di più. Se parliamo di donne, ci si faceva la permanente due volte l’anno, ora invece c’è chi si fa piega e colore anche tutte le settimane. Idem per gli uomini: una volta era solo barba e capelli, oggi invece, sulla scia di social e tendenze varie, anche loro sono molto più esigenti e attenti al look”.

In tutti questi cambiamenti, Luigino è sempre riuscito a stare al passo coi tempi, “sfumando” gli anni che passavano. E sul riconoscimento ricevuto dal Comune? “Una gran bella soddisfazione, il coronamento di un percorso fatto di amore e passione per questo mestiere – conclude il cavalier Girotto, onorificenza conferitagli dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano -. Un lavoro, lo dico ai giovani, che non potrà mai prescindere da un valore cardine che nessuna scuola o accademia può insegnare: il rapporto con il cliente. L’umanità e il saper intrattenere le persone che entrano in negozio sono ancora requisiti fondamentali”.

(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Alessandro Lanza)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
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