È stata presentata venerdì scorso nel duomo di Motta di Livenza, davanti a un folto pubblico, il IV numero della rivista culturale «La Nuova Castella», interamente dedicata alla figura di Nicolò da Myra (IV secolo), patrono della città e “santo ideale per riunire Oriente e Occidente” (F. Moraglia).
La presentazione è stata introdotta da monsignor Vittorino Battistella, arciprete di Motta, e condotta da Mario Po’, direttore editoriale della rivista, che in questa “operazione identitaria” riconosce “una luce finalmente valorizzante al nostro santo, al rilievo e al significato della dedicazione mottense”. Stenio Odonti, presidente dell’associazione culturale “Cardinale Girolamo Aleandro”, ha sottolineato il nesso che unisce il vescovo di Myra, pugnace oppositore dell’eresia ariana al Concilio di Nicea (325), e Girolamo Aleandro da Motta, il nunzio papale inviato a Worms nel Palatinato per confutare le dottrine protestanti di Martin Luther (1521).
La rivista, edita dalla Marcianum Press di Venezia, non solo è prefata da alte autorità (il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, il vescovo di Ceneda Corrado Pizziolo e il sindaco di Motta Alessandro Righi), ma raccoglie altresì contributi di eminenti studiosi come don Giorgio Maschio (docente emerito alla Facoltà Teologica del Triveneto a Padova), don Michele Bellino (segretario del Centro Studi Storici della Chiesa di Bari) e Athenagoras Fasiolo (archimandrita della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia), che apre la rivista ripercorrendo il culto di “San Nicolò di Myra nella tradizione della Chiesa Orientale”.
Il successivo saggio di Pier Alvise Zorzi approfondisce il culto di San Nicolò a Venezia (città che conserva parte del suo corpo), mentre Giampiero Rorato tenta di comprendere, alla luce dei documenti storici, le ragioni che hanno decretato “San Nicolò, titolare del duomo di Motta”. Il pensiero teologico di san Nicolò è l’oggetto del saggio “Nicea, il concilio e la posta in gioco” di don Giorgio Maschio, mentre la sua iconografia è analizzata dal frate domenicano Alessandro Cavallo.
Il culto locale di San Nicolò viene ulteriormente approfondito dallo stesso Mario Po’ che, dopo aver descritto la traslatio via acqua della reliquia da Venezia al porto fluviale di Motta (5 dicembre 2021), svela il tema “raccontato nell’iconografia nicolaiana presente nelle chiese mottensi”. In particolare nei dipinti cinquecenteschi di Pietro Malombra e Francesco Bassano trova sedimentazione iconografica una duplice tradizione: quella bizantina (che vede nel vescovo di Myra il teologo difensore della duplice natura di Cristo) e quella veneziana (che affida al santo, protettore dei naviganti, “la dimensione della salvezza e della salute, della Grazia e della medicina”).
La rivista monografica si conclude con un approfondimento sul valore del pellegrinaggio (M. Bellino) e delle reliquie nicolaiane (L. Secco). La serata è stata allietata da intermezzi di musica barocca eseguiti con l’organo settecentesco di Gaetano Callido, recentemente restaurato.
(Foto: Giuliano Ros).
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