Lunedì giornata mondiale senza tabacco: Ulss2 e conferenza dei sindaci a sostegno dell’iniziativa. Nella Marca 130 mila fumatori, 1500 decessi ogni anno

 Il 31 maggio si celebra la Giornata mondiale senza tabacco organizzata dall’Oms con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo sugli effetti che il fumo di sigaretta convenzionale ha sulla salute.

Il tema scelto quest’anno è “Commit to Quit”, ovvero impegnarsi a smettere. A sostegno dell’iniziativa anche l’Ulss 2 e la Conferenza dei Sindaci dell’Azienda Sanitaria.

“Se il focus dell’edizione dell’anno scorso erano i più giovani, in quanto fascia di popolazione sensibile e suscettibile alla manipolazione da parte dell’industria del settore – spiega il direttore generale, Francesco Benazzi – quest’anno il tema della giornata è legato all’aumento del numero di fumatori, in parte dovuto a condizioni psicologiche destabilizzanti correlate alla pandemia, e alla determinazione di quanti intendono intraprendere un percorso di uscita dal tabagismo. Si tratta di un percorso particolarmente importante, considerato anche il fatto che i primi studi disponibili mostrano un rischio di malattia Covid-19 più severa tra i fumatori”.

Smettere è possibile, ed è di fondamentale importanza per la salvaguardia della salute di ciascuno, compresi i bambini, che sono ancora troppo spesso esposti al fumo sin dai primi mesi di vita, soprattutto nel contesto domestico.

La Conferenza dei sindaci dell’Ulss 2, in linea con il sistema di sorveglianza Passi(Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) si sta adoperando per attivare, tramite l’Ulss 2, una serie di iniziative sul territorio per raccogliere informazioni sugli stili di vita e sui comportamenti della popolazione che possono costituire fattori di rischio nei confronti della salute e connessi all’insorgenza di malattie croniche.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, 1 Italiano su 4 fuma. Quindi circa 15 milioni di italiani sono esposti ad uno dei fattori di rischio più pericolosi per lo sviluppo di tumori ma anche di malattie cardiovascolari e malattie respiratorie croniche.

Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93 mila morti l’anno nel nostro Paese; più del 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età.

Secondo i dati Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia 2017-2020), in provincia di Treviso fuma il 22% degli adulti tra 18 e 69 anni, per un totale di oltre 130.000 fumatori.

L’abitudine al fumo è più diffusa tra gli uomini (29%) rispetto alle donne (18%), nei più giovani (fuma il 34% dei 18-24enni) e tra chi lamenta molte difficoltà economiche (31% contro il 21% di chi sta bene economicamente). Si fuma in casa nel 6% delle abitazioni e, ancora, il 3% fuma o permette di fumare nelle case in cui vive un bambino.

Si tratta di dati stabili ormai da molto tempo: negli ultimi 10 anni si è verificata solo una modesta diminuzione tra gli uomini, mentre la percentuale delle donne che fuma è rimasta costante.

Migliori i dati tra gli adolescenti: anche se il sistema di sorveglianza HBSC ha rilevato che il 9% dei 15enni fuma quotidianamente, si nota una costante significativa riduzione di questa percentuale, che è calata del 60% negli ultimi 16 anni.

Nonostante gli effetti negativi del fumo sulla salute aumentino al crescere dell’età e siano cumulativi, quasi l’11% (circa 21.000 persone) dei trevigiani ultra 64enni fuma ancora, circa 1 malato cronico su 5 fuma e nei fumatori la percentuale di chi beve alcol in modo rischioso per la salute è il doppio di quella dei non fumatori (47% contro 24%).

Questa situazione fa sì che a Treviso il numero di morti premature dovute al fumo continui ad essere alto: dal 2017 al 2019 (ultimi anni disponibili) sono morte circa 1.500 persone tra i 30 e gli 80 anni solo per le principali malattie nelle quali il fumo di tabacco ha un ruolo causale importante (tumore del polmone, malattie cerebrovascolari, malattie cardiovascolari).

(Foto: Ulss2 Marca trevigiana).
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