Maltempo, la conta dei danni nelle campagne venete

Si aggrava il bilancio dei danni all’agricoltura veneta: per due lunghi giorni per due notti il maltempo non ha concesso tregua, con pesanti conseguenze nei campi, vasti allagamenti e danni alle principali coltivazioni delle varie province da Treviso a Verona passando per Padova e Vicenza fino al territorio veneziano.

Ormai sono nell’ordine di qualche decine di migliaia gli ettari di terreni agricoli finiti sott’acqua, da sud a nord della regione. Bombe d’acqua hanno ingrossato anche i fiumi, provocando smottamenti, frane, straripando sugli argini che hanno trascinato detriti e fanghi su frutteti e vigneti e campi coltivati.

I tecnici di Coldiretti Veneto con i colleghi del Consorzio regionale di Difesa Avversità che si occupa delle assicurazioni in agricoltura, a coltivazioni e strutture aziendali, stanno raccogliendo tutte le segnalazioni per individuare le aree e le coltivazioni maggiormente colpite.

Formulare delle stime in questi casi è sempre difficile perché i fattori da considerare sono numerosi, spiegano gli esperti di Coldiretti, ma per il settore primario l’ordine dei danni è di alcuni milioni di euro. Questo senza considerare i danni indiretti che in seguito alle abbondanti precipitazioni causano malattie e fitopatie alle piante con ulteriore aggravio di perdita di produzione, e i costi che le aziende agricole dovranno sostenere per il ripristino dei terreni e le risemine.

L’unica soluzione è la risemina della stessa o di altre colture. Il frumento in questa fase ha più resistenza, ma dipende sempre da quando l’acqua se ne andrà e come proseguirà la stagione. Possiamo ipotizzare una perdita media del 30% delle principali coltivazioni dopo questi due giorni di maltempo, con percentuali più marcate, per l’appunto su mais, soia e prodotti orticoli come cocomeri, meloni, zucche, zucchine, patate e pomodoro. Le notizie sono sempre in fase di aggiornamento: agli sportelli territoriali di Coldiretti arrivano via via le segnalazioni con allevamenti e strutture rurali compromessi.

(Foto: per gentile concessione di un lettore)
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