Manifatturiero a velocità dimezzata nel secondo trimestre 2019 per l’industria trevigiana e bellunese

Trend negativo per l’industria manifatturiera trevigiana e bellunese nel secondo trimestre del 2019: le aziende trevigiane hanno avuto una crescita su base annua del 1,2 per cento contro il 2,7 del dicembre 2018, a Belluno c’è stata una crescita del 0,8 per centro contro il 2,7 rilevato a fine dicembre.

Gli effetti del rallentamento dell’economia locale sarebbero strettamente collegati a quanto sta accadendo a livello globale, lo evidenziano gli indicatori tendenziali di produzione e di fatturato delle imprese manifatturiere delle due province venete., particolare partner commerciale dell’Italia. L’indagine sulle imprese manifatturiere dell’Eurozona nello scorso mese di luglio, condotta da IHS Markit, certifica il calo delle attività per il sesto mese consecutivo, con la Germania che ha registrato il più forte peggioramento delle condizioni operative in sette anni. L’Italia, pur evidenziando un lieve rimbalzo rispetto al mese di giugno, rimane comunque “imprigionata” in un trend di crescita zero, ai margini della recessione.

Più esposti al rallentamento sono i settori che operano nei beni intermedi e nei beni strumentali. I dati UCIMU (Unione Costruttori Italiani Macchine Utensili) confermano questo tren negativo: nel secondo trimestre del 2019 gli ordini di macchinari è calato del 31,4 per cento rispetto all’anno precedente. Importante la frenata degli ordini esteri, che ha fatto registrare un -28,5 per cento; ancora più intensa la frenata degli ordinativi dal mercato interno, pari ad un -43 per cento.

I riflessi di questo rallentamento sono molto evidenti negli andamenti tendenziali della produzione manifatturiera trevigiana e bellunese, che si attestano su 1 punto percentuale, contro i 2 dello scorso anno. Non sono positivi nemmeno i dati del fatturato estero: +0,9 per cento la crescita su base annua per Treviso, -1,3 per cento a Belluno.

“Come ho già avuto modo di precisare commentando i dati regionali – ha sottolineato Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso – Belluno Dolomiti – in questa fase pesa sull’economia una serie di incertezze di ordine politico. A livello globale stiamo tutti pagando questa fase di neo-protezionismo. Ci rimette in particolare l’area euro e, in particolare Germania e Italia, paesi fortemente esportatori e legati da forti interdipendenze commerciali e di filiera”.

“In aggiunta – precisa Pozza -, in Italia ci mettiamo anche le nostre divisioni. Manca chiarezza nelle politiche industriali e infrastrutturali, manca in generale un radicale cambiamento di rotta nelle priorità, da politiche redistributive pensate per andare all’incasso elettorale, a politiche che possono sostenere concretamente e nel lungo termine la crescita di questo paese”.

(Fonte: Camera di Commercio Treviso-Belluno).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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