Piccoli azionisti e il coronavirus, dal “cigno nero” all’investimento a lungo termine. L’esperto: “Ora molta cautela”

Nell’immobilità dei mercati dovuta al Covid-19,  Elia Kurhreich della Praude Asset Management LT di Londra, un esperto di equity management, descrive il panorama del mercato azionario durante il coronavirus, sostenendo che per il piccolo azionista avvicinarsi alla Borsa ai tempi del coronavirus potrebbe rivelarsi un buon affare, non escludendo i rischi di un’incertezza a livello temporale: secondo la sua prospettiva, infatti, i quotisti che hanno una buona liquidità, impegnandosi nell’acquisto di titoli a lungo termine per tre o cinque anni, potrebbero cogliere i frutti della fiducia data alle aziende leader in un determinato settore, ovvero quelle che più probabilmente hanno oggi le risorse di mantenere la propria posizione di capofila anche durante ripresa.

Il professionista tende tuttavia a raccomandare precauzione e cautela in questo periodo, poiché la situazione, da congelata potrebbe sciogliersi ancora verso il basso.

Facendo un passo indietro, prima dello sbarco del Covid-19 in Italia, la situazione economica del mercato italiano era valutata da una buona parte degli economisti come in una situazione di lenta ma costante ascesa: grazie a tassi d’interesse bassi, il contesto in cui si collocava la Borsa italiana si mostrava positivo per alcuni investitori, azionisti e imprese.

Anche mentre i media già segnalavano, in un primissimo momento, un’emergenza sanitaria in una zona delimitata della Cina, a casa nostra c’era chi ne traeva indirettamente beneficio: quelle realtà industriali che avevano saputo mantenere parte della produzione in Italia, quelle che non avevano cioè esternalizzato parte dei processi in Cina, così si sono trovate in vantaggio rispetto ai competitor.

Questo fenomeno, soprattutto per quanto riguarda la lavorazione delle materie prime, avrebbe fatto in modo che il footsprint produttivo mondiale cambiasse, spostando il modello dalla concezione di centralità a quello di decentralità e diversificazione, già piuttosto comune negli Stati Uniti.

Secondo Elia Kuhreich della Praude Asset Management LT di Londra, il dilagare dell’epidemia in Cina sarebbe però stato sottovalutato, oltre che dai governi, anche dal mercato: da quando sono iniziati i contagi in Italia, lo shock è stato così violento che la correzione dell’indice in Borsa è sceso del quaranta per cento in meno di un mese.

Un “cigno nero” che fino a poche settimane prima, quando ancora la positività delle borse mondiali tentava di trascinare la nazione fuori dalla morsa della crisi del 2008, pochissimi o nessuno sul mercato si aspettava.

“Il blocco di un mondo che proseguiva, per quanto lentamente, ha creato un circolo vizioso di rallentamenti tra Italia, Europa e poi fino agli Stati Uniti – commenta l’esperto – soffocando l’economia del 2020 nel secondo e terzo trimestre”.

Tra le vittime di questo trauma – dichiara Kuhreich – non ci sono tutti i settori: nell’alimentare, in Italia, alcuni titoli sono riusciti a mostrare un indice più che positivo”.

Il professionista segnala inoltre un boom positivo anche per quanto riguarda le telecomunicazioni, che da compartimento secondario si sarebbero rivelate un settore nevralgico anche in Italia.

“Quest’ultima – continua l’economista – è per certi aspetti una porzione “tossica” per il mercato, perché crea un forte debito: per questo alcuni esperti lo vedono negativamente, nella sua ascesa”.

Alle prospettive sul futuro, il professionista commenta così: “Anche se non è forse possibile fare previsioni, non è da escludere una ripresa rapida quanto brusca è stata la caduta: questo perché il sottosuolo è rimasto quello di prima, un’economia che fino a prima si stava rialzando e che un domani verrà magari rafforzata dalle spinte di quei consumatori che, ora a casa, vorranno muoversi”.

In più, come riporta Kuhreich in un suo articolo recente, le aziende più strutturate hanno in questo periodo potenziato le proprie capacità di smart working, avanzando verso uno stato digitalizzazione sempre più all’avanguardia: è possibile, così, che anche in provincia di Treviso, dove l’epidemia ha colpito duramente fin da subito, queste novità diventino i punti di partenza per una ripresa in quarta marcia.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: Web).
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