Nella Marca mancano 189 medici. Benazzi: “Non li troviamo, mi scuso per le lunghe liste d’attesa. Solo la Grecia ha stipendi più bassi dei nostri”

Settantasette medici di famiglia, 112 negli ospedali. Sono questi i numeri delle mancanze di personale medico nell’Ulss 2 Marca trevigiana. Numeri che comunque rispecchiano i dati a livello nazionale.

Nei nosocomi trevigiani mancano principalmente radiologi, anestesisti, dermatologi, oculisti, rianimatori e medici di pronto soccorso.

L’anno in cui la mancanza di personale non dovrebbe più essere un problema sarà molto probabilmente il 2025, quando ci saranno a disposizione nella Marca 300 nuovi medici di base e i primi studenti che hanno iniziato a frequentare le scuole di specialità un anno e mezzo fa, corsi che in base alla specializzazione durano quattro o cinque anni.

“Fino a quel momento dobbiamo arrangiarci con quello che abbiamo – spiega il direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi -. Mi scuso e continuerò a farlo con gli utenti per le lunghe liste d’attesa, ma non dipende da noi. La Regione Veneto ci ha autorizzato 200 nuove posizioni per assumere ma non riusciamo a trovare medici nel mercato”.

I motivi della mancanza di personale? Per quanto riguarda i medici di medicina generale secondo il direttore della sanità regionale Luciano Flor la carenza di personale è da attribuirsi “a un’errata programmazione a livello nazionale che ha determinato il cosiddetto ‘imbuto formativo’. Una situazione a cui si sono aggiunti gli effetti dell’emergenza Covid-19 prima e del post pandemia poi, determinando criticità assistenziali e l’adozione di normative specifiche temporanee non sempre coerenti con il contesto normativo generale e con distorsioni a livello di mercato del lavoro”.

Per cercare di far fronte a questa mancanza, l’Ulss 2 sta aumentando i massimali delle persone che i medici di famiglia possono assistere da 1500 a 1800 e “fino al 2024 proporremo al comitato dei medici di famiglia di poter utilizzare i medici ospedalieri in pensione – continua Benazzi – facendo fare loro 2/3 giorni a settimana nelle zone critiche, oppure pagando la continuità alla Guardia medica perché vada a coprire le zone più in difficoltà”.

Per quanto riguarda i medici degli ospedali, la difficoltà nel trovare personale secondo il direttore generale dell’Ulss 2 è da attribuirsi agli stipendi, tra i più bassi in Europa. 

“A parte la Grecia siamo quelli che in Europa hanno lo stipendio più basso – spiega Benazzi – questo è un problema di contrattualità a livello nazionale fatto notare più volte soprattutto dalle varie organizzazioni sindacali ai vari Governi, ma che nessuno ha mai preso in considerazione. Adesso poniamo nuovamente questo problema al nuovo esecutivo”.

“Non sono momenti facili – continua il direttore generale – e giustamente il Governo si sta concentrando su povertà e bollette, però nel momento in cui l’Europa dovesse calmierare i costi dell’energia e quindi non ci sarà più bisogno di un intervento nazionale, auspichiamo che venga presa in considerazione l’ipotesi di aumentare lo stipendio dei medici ospedalieri in modo tale da favorire il loro ritorno nel settore pubblico”.

Lo spostamento dei medici dal settore pubblico a quello privato non è dovuto solamente a stipendi migliori ma al fatto che nel privato non si fanno le guardie attive, le notti e le urgenze. “Noi abbiamo avuto 12 medici che sono passati al privato – continua Benazzi – ma bisogna tenere in considerazione che un medico che fa le urgenze ha un rischio maggiore. Forse è più semplice lavorare dove non ci sono le urgenze”.

Nella giornata di ieri la giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore Manuela Lanzarin, ha approvato il bando di concorso e l’avviso pubblico tramite graduatoria riservata per l’accesso al corso triennale di formazione specifica in medicina generale per il triennio 2022-2025.

“Nonostante manchi ancora il riparto tra le Regioni dei 68,7 milioni di euro per finanziare le borse per il primo anno del triennio 202272025 – sottolinea l’assessore – abbiamo deciso di procedere comunque con il bando e di coprire le spese utilizzando fondi regionali della Gestione Sanitaria Accentrata, della quale la Giunta può disporre per rispondere a particolari esigenze. In una situazione di carenza di medici a livello nazionale, anche il Veneto ha bisogno di nuove figure professionali per la medicina territoriale e abbiamo quindi deciso di anticipare i tempi. Il bando e l’avviso pubblico metteranno rispettivamente in pista 226 e 127 laureati in medicina e chirurgia. Un numero importante. Si può dire che, se lo vorranno, tutti i giovani medici che si specializzeranno hanno in Veneto il posto di lavoro assicurato”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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