In queste ore un annuncio di protesta proveniente da Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl) e Figisc/Anisa (Confcommercio) ha destato la preoccupazione della popolazione riguardo a una presunta interruzione dei servizi di erogazione del carburante, che sono stati interpretati come “tutti”.
Ma la comunicazione riguarderebbe soltanto una parte degli esercenti, ossia quelli iscritti alle sopracitate sigle sindacali. Starebbe così alle singole attività scegliere se ritirare lo staff dai distributori, sfruttando l’opzione di rifornimento self service, oppure mantenere il servizio, che potrebbe essere molto utile a coloro che continuano a viaggiare per esigenze lavorative o per necessità personali.
Questa protesta, letteralmente, afferma: “Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria”
Ad alcuni punti di distribuzione sul territorio, di questa comunicazione non sapevano nulla: gli ordini di carburante continuano a esserci e i camion alla mattina non hanno smesso di riempire i serbatoi degli erogatori.
“Ho mandato a casa i dipendenti – dichiara uno di loro, a Pieve di Soligo – ma finché non avremo un’ordinanza che ce lo impedisce, continueremo a tenere aperto e a fornire il servizio che abbiamo sempre dato”.
“In molti mi hanno chiamato per chiedermi se interromperò l’attività – testimonia un altro titolare, sulla Bassanese – ma non ho ricevuto nessuna direttiva a riguardo, nemmeno dalla proprietà del franchising”.
La perdita economica dei distributori di benzina, gasolio e gpl in Italia si attesta dall’85 al 90 per cento, leggermente minore per quanto riguarda il metano: visto il divieto di spostarsi in auto, queste attività non hanno un metodo alternativo di vendere il loro prodotto.
Ci sono tuttavia distributori che hanno deciso di continuare a erogare il proprio servizio, soprattutto per garantire a coloro che hanno difficoltà, come spesso accade per gli anziani, per un rifornimento corretto e non solo, anche per la meccanica di base o per il controllo dei livelli dell’olio.
Anche rispettando per otto ore al giorno le direttive di sicurezza in un’attività che comunque viene eseguita all’aperto, qualche volta la vicinanza tra e cliente pare essere inevitabile, anche se l’unico punto d’unione è uno spiraglio tra il finestrino e la guarnizione: il rischio di contagio, in questo senso, è comunque limitato rispetto al normale, proprio grazie alla riduzione radicale del traffico sulle strade.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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