Nordio presenta il progetto “La violenza mai”: “Per quella di genere dati ancora intollerabili”

È stato presentato questa mattina, nella sede della Provincia di Treviso, il progetto “La violenza mai”, un’iniziativa proposta dal ministro alla Giustizia Carlo Nordio, con l’obiettivo di fornire delle informazioni pratiche rivolte a donne e uomini.

Il ministro Carlo Nordio in conferenza stampa

Presenti l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, il consigliere del ministro Angela Colmellere, il vescovo di Treviso Michele Tomasi, la direttrice creativa della campagna Michela Pizzinat, il sindaco di Treviso Mario Conte, il procuratore capo di Treviso Marco Martani, il presidente della Provincia Stefano Marcon, oltre a varie rappresentanze politiche e delle Forze dell’Ordine.

L’opuscolo verrà realizzato in migliaia di copie e diffuso progressivamente nei luoghi di maggiore aggregazione del territorio nazionale.

Risulta composto sia da una parte grafica che da una informativa (a cui hanno collaborato Pizzinat e Colmellere), dove vengono illustrate le spie per riconoscere i comportamenti violenti, i servizi a cui rivolgersi per chiedere aiuto e gli strumenti utili per uscire da determinate situazioni e le conseguenze per coloro che mettono in atto i comportamenti violenti.

“Esprimo gratitudine verso il ministro Nordio, – ha dichiarato Marcon – per aver chiesto la sede della Provincia di Treviso per presentare un’iniziativa coerente col fatto che non si deve parlare di violenza di genere solo il 25 novembre”.

“Il trend della violenza è in aumento – le parole del sindaco Mario Conte – e tutto il lavoro fatto è importante, ma non basta. La violenza di genere non è solo fisica e bisogna educare soprattutto gli uomini”.

“La violenza di genere è una tragedia: dal 2015 circa 5 mila donne si sono rivolte ai pronto soccorso: sono numeri pesanti, che mostrano quanto il problema esiste – il commento di Francesco Benazzi -. Tutto il lavoro fatto non basta: abbiamo bisogno di educare i giovani, che saranno gli adulti del futuro. Come Ulss lavoriamo molto bene con le Forze dell’Ordine e bisogna coinvolgere ora le scuole” ha aggiunto.

“La violenza non ci deve essere in alcuna situazione della vita: la persona umana ha diritti inalienabili e anche la Chiesa deve fare la sua parte – ha affermato monsignor Tomasi -. Dobbiamo aumentare i nostri sforzi e il nostro impegno”.

Nordio sul nuovo progetto

“Il Ministero della Giustizia si occupa della repressione dei reati. Allo stesso tempo, la pena deve esserci, ma la sua efficacia non risolve il problema – la premessa del Guardasigilli -. L’attività che noi riteniamo essenziale è quella della prevenzione: ne sono orgoglioso perché è stata un’idea mia. Il significato del progetto è quello di divulgare il più possibile tutta una serie di concetti. Oggi ci interessa diffondere un messaggio alle persone che hanno una sorta di diffidenza a rivolgersi allo Stato quando si trovano in queste situazioni”.

Nordio si è quindi espresso sui numeri elevati di casi di violenza di genere: “Pare che vi sia un piccolo trend di diminuzione, ma i dati sono ancora intollerabili: ci vogliono educazione e informazione, ovvero far capire che lo Stato c’è e non ti abbandona – ha aggiunto -. L’opuscolo riguarda i segnali di allarme da non sottovalutare e quali contatti chiamare, oltre a informare sul fatto che le vittime di violenza hanno diritto all’assistenza legale gratuita. Però noi vogliamo lavorare sulla prevenzione, perché la legge penale interviene quando il fatto è già stato commesso: vogliamo evitare che certi episodi avvengano”.

Il procuratore Marco Martani in conferenza stampa

Il procuratore Martani ha quindi evidenziato il lavoro fatto sul piano normativo: “L’opuscolo è di grande impatto emotivo per la grafica – ha detto -. Si rivolge alle vittime per sensibilizzare a chiedere aiuto, prima che la situazione degeneri. La Procura non ha funzione preventiva del reato. La legge Codice rosso del 2019 ha introdotto il fatto che bisogna sentire le vittime di reato entro 3 giorni da quando si è verificato. La legge 168/2023, invece, ha concluso il quadro normativo: si tratta di applicare sempre con maggior efficacia gli interventi”.

Lanzarin ha ringraziato il ministro per questa “nuova opportunità e strumento”: “Quelli della violenza sono numeri crudeli che coinvolgono sempre più settori e la Regione Veneto cerca di dare una risposta – ha dichiarato -. Un ringraziamento per questo lavoro, che si va a sommare ad altre iniziative”.

L’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin

Pizzinat e Colmellere hanno quindi descritto il lavoro svolto.

“Questo è un tema che mi sta molto a cuore – ha riferito Michela Pizzinat, che si è occupata della grafica dell’opuscolo -. La questione si complica nel rapporto uomo-donna all’interno di una famiglia: è diffuso il concetto di possesso e in più c’è anche la questione della dipendenza economica”.

“La novità dell’opuscolo è che si rivolge anche agli uomini: mi auguro che possa essere un tassello che porti verso un cambiamento importante per la condizione della donna – ha concluso -. Si tratta di una battaglia da combattere in maniera corale e che la società non può permettersi di perdere”.

Angela Colmellere in conferenza stampa

“I cittadini devono conoscere degli alert: sono quindi indicati nell’opuscolo degli atteggiamenti concreti che sono una spia di una situazione di violenza – le parole di Colmellere -. Questo è un progetto che è un tassello di un puzzle più grande. L’invito è quello al rispetto: se manca, bisogna porsi delle domande”.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: a cura di Matteo De Noni)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl. Riproduzione riservata)
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