Il magistrato Nordio per l’emergenza Covid: “Plauso a Zaia, Governo bocciato: errori nella gestione dei trasporti”

 

L’ex magistrato trevigiano Carlo Nordio difende l’ordinanza “anti-assembramento” della Regione Veneto, condivisa con le Regioni Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, passate in seguito in zona arancione, ma boccia inesorabilmente la strategia del governo Conte per affrontare questa nuova ondata di Covid-19.

In un’intervista concessa a Qdpnews.it, Nordio ha sottolineato come l’ordinanza fosse ormai inevitabile, spiegando che il presidente della Regione Veneto ha fatto bene a emanarla perché si è trovato di fronte alla disobbedienza civile nei confronti delle disposizioni giuridiche e di quelle del buon senso.

Per l’ex magistrato, infatti, i veneti hanno un governatore energico che riesce a coniugare l’interesse dei cittadini con la rigorosa severità necessaria in una fase così delicata.

Rispetto al tema della clausola di supremazia nazionale di cui ha parlato il Presidente del Consiglio dei Ministri, Nordio ha affermato di essere ancora una volta dalla parte del governatore del Veneto che in più di un’occasione ha dichiarato di non capire il senso delle parole del premier Conte visto che le Regioni hanno sempre collaborato con lo Stato centrale senza contrastare nessun provvedimento nazionale dall’inizio dell’emergenza sanitaria ad oggi.

“Il nostro governatore ha ragione – ha affermato – perché le nostre Regioni hanno sempre collaborato con lo Stato centrale, semmai la colpa è dello Stato che all’inizio non ha dato ascolto alle Regioni. Vorrei ricordare che Zaia è stato il primo in Italia ad allertare ed allarmare il Paese, nel febbraio dell’anno scorso, sullo sviluppo del Coronavirus in Cina e sulle persone che lo portavano: per questo è stato accusato di fascismo, razzismo e altro”.

“Quanto alla clausola di sovranità – continua -, che da un punto di vista giuridico non riesco a capire cosa significhi, la questione è molto semplice: soltanto attraverso una legge del Parlamento, nel rispetto della Costituzione, può essere imposta una legislazione che possa andare oltre le prerogative del governatore. Certo non si può fare con un atto amministrativo come il Dpcm che è un provvedimento amministrativo che può essere impugnato davanti al Tar e al Consiglio di Stato e che può essere disapplicato dal giudice ordinario come tutti gli atti amministrativi. Questa clausola di sovranità nessuno capisce cosa sia”.

“Quando è stata fatta la riforma costituzionale non si è tenuto conto della possibilità che un domani vi fosse una pandemia gravissima che deve essere gestita dallo Stato, secondo quello che dice la stessa Costituzione, e una serie di difficoltà e di problematiche sanitarie che devono essere gestite dalle Regioni sempre secondo la Costituzione – prosegue l’ex magistrato trevigiano – Quindi vi è un’incertezza, manifestata da tutta una serie di differenti interpretazioni di numerosi costituzionalisti, e io ritengo che l’unica soluzione sia quella del buon senso, del coordinamento e della collegialità”.

Per Nordio il rischio di una sovrapposizione eventuale dello Stato rispetto alle competenze delle Regioni, nel momento in cui le stesse fossero in situazioni di diversissima sofferenza e quindi meritevoli di trattamento diverso, potrebbe portare a un trattamento omogeneo con la conseguenza di provocare dei disordini periferici.

“Rispetto al tema delle restrizioni delle libertà individuali e costituzionali dei cittadini – aggiunge Nordio – va detto che dal punto di vista giuridico la questione è complessa. Sono molto dubbioso che la limitazione delle libertà costituzionali da parte del governo possa avvenire attraverso degli atti amministrativi come il Dpcm. Noi le abbiamo sempre sopportate, seguite e ottemperate per ragioni di buon senso e di utilità ma, come ha detto il presidente del Senato Casellati, il Parlamento avrebbe dovuto essere coinvolto in modo maggiore, non come autorità che viene informata di quello che fa il governo ma come autorità che decide quello che il governo deve fare”.

“Quando si toccano i diritti costituzionali soltanto la legge può intervenire e non un atto amministrativo – continua – Rispetto alla “disobbedienza civile”, non si predicherà mai abbastanza, e questo lo dice anche il nostro governatore, che la legge deve essere chiara, precisa, netta e assistita da sanzioni severe e applicate con certezza, però, nello stesso tempo, siamo noi i primi a dover essere “governatori di noi stessi”, dei nostri interessi e anche della salute collettiva”.

Abbiamo perso lo “spirito di marzo” perché all’epoca eravamo sconcertati da questa novità, eravamo impauriti, non capivamo più nulla e ci siamo affidati, anche con un certo ottimismo se vogliamo (tutto doveva andar bene, i canti e le bandiere fuori), a un governo centrale che ci comprimeva le libertà ma ci dava anche molte speranze – precisa – Queste speranze, purtroppo, sono state deluse perché in questi sei mesi il governo non ha provveduto a organizzarsi in vista di una possibile, anche se non certa, seconda ondata”.

L’errore è stato quello di non programmare una gestione dei trasporti, che sono stati il primo veicolo di trasmissione del contagio – prosegue l’ex magistrato trevigiano – sia per quanto riguarda il lavoro sia per le scuole. Si sa che i bambini e i ragazzi a scuola magari sono controllati e protetti ma, appena salgono sui mezzi pubblici, si accalcano e si tolgono la mascherina senza che nessuno possa nemmeno redarguirli. Questo è stato, a detta di tutti anche nei Paesi stranieri, il maggior veicolo di contagio”.

“Si sarebbero dovuti programmare dei trasporti non solo scaglionati ma anche coinvolgendo tutta quella serie di operatori privati che sono in massima sofferenza a causa della pandemia – conclude Nordio – Parlo dei tassisti, dei proprietari di autobus, pullman e corriere destinati alle gite che sono senza lavoro. Invece di gettare i soldi a pioggia, dandoli per così dire “in beneficenza”, si sarebbe dovuta organizzare preventivamente (avevamo sei mesi di tempo) questa devoluzione retribuita di compiti a tutti gli organismi privati che oggi sono in sofferenza e la cui mancanza ha determinato la chiusura delle scuole”.

 

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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