Il corpo riverso a terra coperto da un telo bianco, i cartellini segnaletici delle prove in tutta la piazzetta a indicare mazze, bastoni e tirapugni. Diverse macchie di sangue in tutta la pavimentazione. Si presentava così via IV Novembre a Treviso poco dopo la violenta rissa che nella tarda serata di ieri ha visto coinvolte più di 20 persone e che ha portato – secondo gli ultimi aggiornamenti – all’arresto di due persone.
Tutto fa pensare ad un agguato per un regolamento di conti, e alcuni testimoni dichiarano di aver visto scendere dal retro di un furgone bianco diversi uomini armati di mazze e bastoni. In pochi attimi si scatena la violenza tanto che il titolare del bar Muse che stava trasmettendo la partita di calcio Barcellona-Inter si è chiuso all’interno del negozio per “cercare di proteggere me e i clienti”. Ancora scosso dice di non aver visto nulla, o forse preferisce parlare prima con le Forze dell’ordine (che stanno visionando le immagini di videosorveglianza del suo locale) che con i cronisti.


La rissa si svolge in pochi attimi, poi i partecipanti iniziano la loro fuga, chi verso la Restera chi lungo la strada. Un uomo (di mezza età e forse di origini kosovare) rimane però a terra inerme: molto probabilmente gli è risultata fatale una coltellata alla gamba che pare avergli reciso l’arteria femorale. Altri uomini feriti scappano lasciando sull’asfalto diverse macchie di sangue.
Numerose le chiamate d’allarme ai Carabinieri e alla Polizia (una di queste è partita anche dal bar), che in poco tempo giungono in via IV Novembre. Arrivano poi i Vigili del fuoco per illuminare a giorno il luogo dell’omicidio, consentendo così una migliore visibilità agli inquirenti, e la Polizia Locale per tenere lontani i numerosi curiosi, alcuni dei quali arrivati dalla vicina Fiera di San Luca non appena anche al Luna Park si è sparsa la voce della tragedia. Sul posto anche il sindaco Mario Conte, che a caldo parla di “una rissa, molto probabilmente un regolamento di conti, ma saranno solo le indagini a stabilire l’esatta causa dei fatti”.
Ieri sera le poche notizie trapelate parlavano di nove persone ferite ricoverate negli ospedali di Treviso e di Oderzo e di una portata in Questura, tutti sottoposti a fermo. Sono durate tutta la notte le ricerche delle altre persone coinvolte. Un aggiornamento di questa mattina parla di sei persone finite al Pronto soccorso: quattro a Treviso e due a Oderzo. Cinque sono già state dimesse, la sesta lo sarà a breve una volta che avrà completato gli esami. Per tutti (si tratta di cittadini macedoni e kosovari) la prognosi è compresa tra i 15 e i 30 giorni.


Proprio dalle testimonianze dei coinvolti partiranno le indagini degli investigatori, che in queste ore stanno cercando di fare luce sulla dinamica e soprattutto sul movente della rissa che ha portato alla morte di un uomo.
“Ciò che è accaduto è inaccettabile ed è purtroppo un gran brutto segnale che fa temere si tratti della punta di un iceberg. Un segnale di grave malessere al quale i nostri territori non sono abituati e che è sempre più diffuso. Una situazione che si affronta solo con soluzioni improntate alla chiarezza, alla prevenzione, alla repressione dei reati e alla loro punizione, che deve essere esemplare e scontata fino alla fine” afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
“Un scontro tra bande con un morto e vari feriti – conclude – è la cartina tornasole di una situazione che richiede di rafforzare il presidio del territorio da parte delle Forze dell’ordine in chiave di prevenzione e repressione e un impegno forte del nuovo Parlamento che si insedia. Occorrono leggi degne di questo nome per la punizione e repressione dei reati garantendo anche la certezza della pena, perché l’Italia è diventata una sorta di Paese del Bengodi, dove chi vuole delinquere sa per primo che, per andare in galera, occorre mettersi d’impegno, con molte, troppe possibilità di farla franca o di pagare molto meno del dovuto in relazione al crimine commesso”.
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